
E' stato pubblicato pochi giorni fa un nuovo sondaggio dell'Istituto Kantar in vista delle elezioni finlandesi del prossimo 2 aprile e le previsioni non sembrano buone per la premier socialdemocratica Sanna Marin, che vede il suo partito indietreggiare a beneficio della destra populista.
Il precedente sondaggio dello stesso istituto, pubblicato a dicembre, indicava i socialdemocratici poco sopra il 19%, ampiamente sotto i margini visti durante il primo anno della pandemia: questa volta, il calo del principale partito di governo sarebbe stato solo dello 0,5%, ma a fare scalpore è la rapida crescita dei Veri Finlandesi, guidati dal 2021 da Riikka Purra. Per loro, si passa dal 17.9% di dicembre al 19.1% attuale, un aumento che coincide con l'inizio della campagna elettorale.
I temi di questa saranno abbastanza scontati: il sostegno all'Ucraina (per ora unanime o quasi) e l'aumento del costo della vita in seguito alla guerra dovrebbero condizionare il dibattito dei prossimi mesi, mentre l'immigrazione, che era e rimane il cavallo di battaglia dei Veri Finlandesi, non sembra scaldare gli animi come in passato.
In leggera discesa anche il Partito della Coalizione, che al momento rimane il primo nei sondaggi pur scendendo di quasi un punto percentuale. Petteri Orpo, recentemente protagonista di un dibattito televisivo con Sanna Marin, non può ancora dirsi soddisfatto: al momento i suoi unici alleati sembrano essere i Cristiano Democratici, troppo poco per poter ambire ad una maggioranza assoluta.
Stabili i Verdi, il Partito di Centro, quello della Sinistra e il movimento che rappresenta la minoranza di lingua svedese, tutti alleati della premier Marin. L'incognita principale rimane, al di là dell'esito del voto, il rapporto fra i centristi e i socialdemocratici: il Keskusta si avvia verso quello che quasi certamente sarà il peggior risultato dalla Prima Guerra Mondiale in una crisi che la vicepremier Saarikko non è riuscita a tamponare. Se il Partito di Centro deciderà di rimanere all'opposizione di qualsiasi governo per poi cercare di tornare a crescere nei consensi, sarà molto difficile vedere una maggioranza definita dagli schieramenti tradizionali: in quel caso, si potrebbe tornare al governo di larghe intese visto già fra il 2011 e il 2015 e la Presidenza del Consiglio farebbe parte di un negoziato più ampio che arriverà a coinvolgere anche le elezioni per il Presidente della Repubblica, programmate per il 2024.