
Il successo del centro-destra alle elezioni amministrative in Norvegia ha generato grosso clamore, in particolar modo nella capitale che, dopo anni di gestione Borgen-Johansen, torna in mano ai Conservatori, che dovranno stabilire se guardare verso il centro alleandosi con i Liberali (e, forse, i Verdi) oppure a destra con il Partito del Progresso.
Antonio Domenico Trivilino era candidato con il Partito della Sinistra Socialista, che ha espresso in questi anni la sindaca Marianne Borgen (il laburista Johansen era Presidente del Consiglio Comunale). Il suo partito è cresciuto dell’1% assestandosi al 10.1% nella capitale, ma rimarrà all’opposizione per i prossimi quattro anni.
Come giudichi il risultato delle elezioni di ieri?
Si tratta dell’avvisaglia di un cambiamento. La socialdemocrazia norvegese non esiste più. La Høyre è il partito più forte e, unitamente a loro, si aggiungono i populisti del FRP, hanno preso il potere in moltissimi posti, inclusa Oslo, e i Liberali che economicamente sono molto distanti da noi.
Come la stai vivendo?
Sono triste, perché nonostante il mio partito abbia mantenuto, anzi, aumentato i consensi, e qui ci tengo a ringraziare chi ha sostenuto me e il partito, i Laburisti sono crollati. Penso sia dovuto a un fatto molto semplice: la situazione economica del paese è stata profondamente toccata dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina. Questa guerra ha fatto sì che i prezzi degli alimentari e dell’energia siano aumentati in maniera spaventosa. Pensiamo alla situazione dei pensionati: sono oltre un milione, ma l’adeguamento della pensione è stato assorbito ampiamente dall’alta inflazione.
Le decisioni dell’amministrazione comunale hanno avuto qualche impatto?
Ci sono sempre problemi specifici delle città. Mi colpisce una cosa: iIo sono stato fisicamente negli stand di SV e ho parlato con migliaia di persone, non credo di esagerare con i numeri.Tutti erano contrari alle tasse comunali, come se in realtà fossero imposte solo dalle amministrazioni di sinistra, quando in realtà sono presenti in tutti i comuni indipendentemente dalla natura della giunta. Eppure in questi anni a Oslo sono aumentati gli insegnanti, è migliorata la situazione scolastica. La principale preoccupazione, però, sembrava essere il pedaggio per le automobili, nonostante sia una misura volta a limitare le emissioni. Le persone sono scettiche, dicono che l’impatto della Norvegia sia ininfluente, ma la partecipazione a questa sfida ha un valore, non ultimo anche morale.
Beh è abbastanza normale che la gente abbia votato pensando al portafoglio…
Qui ad Oslo è stato a lungo dibattuto un argomento che interessa moltissima gente, sia i proprietari di case che gli affittuari: la questione immobiliare e il costo degli affitti. In questo momento, a Oslo, c’è una penuria e un bisogno spaventoso di abitazioni. Il fatto è che, con la destra al potere e l’apertura del libero mercato immobiliare, i prezzi non andranno certo giù.
Qualcuno potrebbe dire che avete governato per otto anni senza risolvere il problema.
Noi abbiamo sempre risposto che la destra, prima, ha governato molto più a lungo. In particolare, i primi di questi otto anni sono serviti ad aggiustare i loro danni, ad esempio negli asili dove avevamo trovato una percentuale bassissima di personale qualificato e ora è al 67% (nDr, in realtà i numeri dicono 60%). Eppure un’altra preoccupazione delle persone era cosa pensavamo sulla tassa per gli ormeggi delle barche da riporto. Niente sugli asili, niente su ospedali, niente sulle case di cura.
E’ cambiato il modo di pensare delle persone?
Abbiamo perso anche perchè non siamo stati capaci di ricordare cosa abbiamo fatto. Il doposcuola gratuito, i sostegni alle società sportive e i circoli giovanili diminuiranno con la prossima amministrazione. Sulla sanità, hanno venduto l’idea che il privato farà diminuire le code, ma questo finirà per colpire soprattutto i più poveri, in particolar modo quei 160.000 bambini che in Norvegia vivono sotto la soglia di povertà. Non a caso, i poveri in questo momento sono le persone che partecipano meno al voto, sia quelli di origine norvegese che di origine straniera.