
La giovane Ministra per l’Ambiente in Svezia, Romina Pourmokhtari del Partito Liberale, ha avanzato in questi giorni la proposta di portare in Consiglio dei Ministri un progetto di rilancio del programma nucleare svedese con l’apertura di ulteriori reattori per sopperire alla carenza di energia e all’aumento dei prezzi seguiti all’invasione russa dell’Ucraina.
Al momento sono attivi sei reattori in tutto il paese, i quali contribuiscono a circa il 30% della produzione nazionale secondo l’Agenzia per l’Energia Nucleare. I reattori si trovano a Forsmarsk nell’Uppland (la regione a nord di Stoccolma), a Oskarshamn nella regione di Kalmar (Sud-Est della Svezia) e Ringhals, a 60 km a sud di Göteborg. Il programma nucleare svedese è stato avviato alla fine degli anni ’50 con la centrale di Ågesta (chiusa nel 1974) e, dopo la temporanea intenzione di abbandonarlo del tutto alla fine degli anni ’90, è rimasto allo stato attuale.
I primi reattori ad essere (ri)attivati potrebbero essere a Ringhals: oltre ai due già accesi, ve ne sono due chiusi da tre e quattro anni e rispetto ai quali il governo non si è ancora espresso sulla nuova apertura.
L’aspetto più ambizioso è sicuramente legato al numero di reattori consentiti: il massimo per legge è dieci in tutto il paese, ma secondo la SVT ci sarebbe l’intenzione da parte del governo di estendere questo limite e convertire buona parte dell’energia. Il nucleare e l’idroelettrico costituiscono una larghissima parte della produzione energetica in Svezia, mentre le rinnovabili sono cresciute sensibilmente a partire dai primi anni 2000 arrivando a costituire circa il 15% del totale. Solo il 3% della produzione nazionale è derivante da combustibili fossili.
Dove potrebbero essere costruiti i nuovi reattori? A differenza dell’Italia, è improbabile che le aree delle centrali dismesse vengano utilizzate per la costruzione di nuovi. Da escludere che venga riproposta Ågesta, la quale si trovava sottoterra ed era troppo vicina alla capitale Stoccolma, leggermente più probabile l’utilizzo di Barsebäck, a nord di Malmö e chiusa nel 2005. Negli anni ’60 era stata costruita anche la centrale R4 di Marviken, non lontano da Norrköping, ma era stata concepita per la costruzione di armi nucleari, progetto poi affossato dal governo di allora. Oggi l’ex centrale di Marviken, diventata poi una raffineria fossile, fa parte di un progetto legato alle energie rinnovabili.
Il sostegno politico al nucleare, in Svezia, è piuttosto ampio: tutte le forze del governo di centro-destra, inclusi i Democratici Svedesi, sono favorevoli all’ampliamento, così come storicamente anche i Socialdemocratici hanno spesso sostenuto l’energia nucleare. Durante gli ultimi governi rosso-verdi, il principale partito della sinistra ha mantenuto posizioni più soft, garantendo spesso concessioni al Partito Verde e al Partito della Sinistra, profondamente contrari al nucleare. Anche il Partito di Centro è stato contrario, salvo poi cambiare opinione durante la sua partecipazione ai governi di centro-destra dal 2006 al 2014.
Nel 2019, l’istituto di opinione Novus ha realizzato un sondaggio secondo il quale il 43% degli intervistati è favorevole alla costruzione di nuovi reattori, il 35% è favorevole al mantenimento di quelli attuali e solo l’11% contrario all’utilizzo dell’energia nucleare, stessa percentuale delle persone che non si sono espresse in merito.