top of page

Svezia, governo senza SD. Ecco il programma.


Nella conferenza stampa di poco fa, Ulf Kristersson ha annunciato di aver raggiunto un accordo per un governo di centro-destra composto da Moderati, Cristiano Democratici e Liberali con il sostegno esterno dei Democratici Svedesi, il partito nazional-conservatore alleato di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo. Sicurezza, Energia e Salute fra i principali


Sarà la prima volta dal 1981 che non siederanno al governo esponenti dei primi due partiti nazionali: all’epoca fu il centrista Thorbjorn Fälldin a guidare un breve esecutivo con i Liberali (e sostenuto esternamente dai Moderati) prima della sconfitta elettorale dell’anno successivo che riportò al governo lo storico leader socialdemocratico Olof Palme.


I leader dei quattro partiti si sono presentati nella sala stampa del parlamento svedese illustrando il programma sulla base del quale cercheranno di governare per i prossimi quattro anni, sebbene il Primo Ministro in pectore abbia immediatamente annunciato che si tratta di “un programma di lungo respiro, i cui effetti non si potranno vedere nel giro di una legislatura”.


Sulla natura e composizione del governo, così si è espresso il leader dei Moderati: “Vogliamo unire il paese e non dividerlo, collaboreremo con tutti i partiti dove sarà possibile e necessario e continueremo il processo di adesione alla Nato avviato dal governo uscente.”. Così sul sostegno esterno dei Democratici Svedesi: “Sono strumentali per la sostenibilità della maggioranza e pongono questioni importanti su sicurezza e immigrazione, ma sin da prima del voto avevamo detto che volevamo governare con la partecipazione attiva dei soli partiti borghesi e così sarà”. I partiti borghesi sono quelli che hanno storicamente composto il centro-destra, con l’eccezione del Partito di Centro che, dal 2018, è passato a sostenere esternamente il governo socialdemocratico ora uscente.


Le tematiche principali dell’azione di governo sono state presentate da ciascuno dei leader, riflettendo i cavalli di battaglia esposti in campagna elettorale.


Jimmie Åkesson, dei Democratici Svedesi, ha illustrato il programma su immigrazione e sicurezza: la Svezia si limiterà ad accogliere i rifugiati secondo la suddivisione stabilita dall’Unione Europea senza eccederla, saranno limitate le forme di asilo permanente privilegiando quello temporaneo, saranno posti maggiori requisiti per l’ottenimento della cittadinanza e si interverrà per evitare il dumping salariale legato all’impiego di immigrati a basso costo. Sulla lotta alla criminalità organizzata, l’accordo prevede pene più dure per i crimini legati ad essa, la possibilità per la polizia di avvalersi di testimoni anonimi, di effettuare controlli in aree a rischio senza sospetti concreti e il divieto nazionale per la richiesta di elemosina.


Ha poi proseguito la cristiano-democratica Ebba Busch Thor: il sistema sanitario passerà ad una gestione centralizzata e digitalizzata a livello statale con un ampliamento del sistema delle guardie mediche di base (Vårdcentral). Sull’energia ha annunciato la costruzione di nuovi reattori nucleari e l’obiettivo zero-emissioni fissato al 2045.


Il liberale Jonas Pehrson ha fatto leva sui punti che presumibilmente preoccupavano di più riguardo alla collaborazione con la destra populista: la scuola sarà egalitaria e saranno vietati i profitti per quegli istituti privati che non saranno in grado di mantenere gli standard nazionali, saranno difesi l’indipendenza dei media e della magistratura e il diritto all’aborto.


Infine è tornato a parlare il futuro primo ministro Ulf Kristersson che ha annunciato le misure finanziarie: saranno riformati i sussidi sociali e gli aiuti internazionali, si interverrà sul prezzo del carburante e saranno ridotte le tasse per i fondi di risparmio individuali.


899 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page