
Polemiche e ulteriore rinvio per l'accesso svedese alla Nato, dopo che un fondamentalista cristiano di origine siriana ha ricevuto l'autorizzazione dalla polizia a manifestare a Medborgarplatsen, nella capitale, bruciando una copia del Corano. L'episodio è stato duramente criticato dal governo di Ankara, rimasto l'unico (assieme a quello ungherese) a non aver approvato l'accesso della Svezia nell'alleanza atlantica. Anche il Marocco ha convocato l'ambasciatore svedese per un chiarimento.
Nelle scorse settimane, complice anche la rielezione di Erdogan alle presidenziali turche e la fine della campagna elettorale, il clima fra i due paesi sembrava più disteso, tanto da annunciare un incontro fra i due leader prima del vertice Nato di Vilnius dell'11-12 luglio. Con un nuovo mandato presidenziale, i toni di Erdogan nei confronti della Svezia si erano nel frattempo ammorbiditi.
Il problema è arrivato quando una nuova manifestazione dell'estrema destra svedese (questa volta senza il solito Paludan) ha ricevuto il via libera dalla polizia nonostante il timore di scontri. Il gesto di bruciare il Corano, così come qualsiasi altro libro sacro, non è punito dalla legge e le autorità possono vietare le manifestazioni solo quando vi sono rischi immediati per la sicurezza.
A tal proposito si è espresso anche il Primo Ministro Ulf Kristersson: "Bruciare il Corano è legale, ma non è intelligente". Non basterà questa presa di posizione per convincere Erdogan, che dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina si sta esponendo come figura tramite fra le diverse parti. Assieme ad Erdogan, anche l'Ungheria di Viktor Orban (probabilmente il più filorusso fra i leader occidentali) non ha approvato l'adesione della Svezia e la discussione al parlamento di Budapest è stata ulteriormente rinviata.
Secondo alcuni osservatori, l'incontro di Vilnius, che potrebbe risultare decisivo anche per la nomina del nuovo segretario generale Nato, sarà un'occasione per conciliare le due parti. Il governo svedese è sostanzialmente schierato a favore della Nato (assieme ai Socialdemocratici di Magdalena Andersson che aveva avviato la richiesta prima delle elezioni dello scorso anno quando era ancora premier), ma il sostegno esterno dei Democratici Svedesi, partito di destra radicale, costringe l'esecutivo a non prendere posizione sui gesti provocatori nei confronti della Turchia e della comunità musulmana in Svezia.
La mancanza di credibilità internazionale, oltre all'incapacità di risolvere il problema legato alla violenza delle gang (e che recentemente si è sviluppata perfino negli stadi), sta comportando un netto calo del centro-destra nei sondaggi. Se si tornasse al voto, il blocco di centro-sinistra vincerebbe ampiamente con oltre il 50% delle preferenze.