
Domenica si apriranno le urne svedesi per le elezioni legislative, alle quali come di consueto saranno accorpate anche quelle per gli enti locali. I sondaggi indicano un grande equilibrio fra i due blocchi di sinistra e destra, con la possibilità che, a decidere chi sarà in grado di formare la maggioranza, risulti decisivo il superamento o meno della soglia di sbarramento (4%) dei Verdi, alleati dei socialdemocratici, e dei Liberali, alleati del Partito Moderato. In entrambi i casi, tuttavia, sembra che il soccorso esterno possa garantire la sopravvivenza dei due partner minori delle coalizioni che si candidano a guidare il paese.
E’ anche la prima volta che i Democratici Svedesi, partito nazional-conservatore i cui esponenti principali hanno un passato estremista, vengono considerati fra i ranghi della coalizione di centro-destra, mentre in precedenza i Moderati avevano sempre escluso qualsiasi collaborazione con loro.
L’esito delle elezioni potrebbe essere noto già alle 20.00, oppure potrebbe protrarsi in tarda serata qualora il margine dovesse essere ridotto. Si vota con il sistema proporzionale e sono almeno quattro gli scenari possibili nell’attesa che si conosca il numero dei seggi di ciascun partito.
Vittoria del centro-sinistra, conferma di Magdalena Andersson: la premier socialdemocratica è subentrata all’uscente Stefan Lofven, vincitore delle ultime due elezioni, dopo essere stata eletta segretaria del suo partito. E’ alla guida del paese con un governo di minoranza sostenuto esternamente da Sinistra, Verdi e Partito di Centro. E’ improbabile che possa confermare un governo monocolore come l’ultimo o rosso-verde come i precedenti di Lofven. Qualora dovesse avere la maggioranza, dovrà scegliere se accettare come alleati di governo il Partito di Sinistra di Nooshi Dadgostar (critica però nei confronti dell’adesione alla Nato in corso), oppure il Partito di Centro guidato da Annie Lööf, che tuttavia sta attraversando un momento di crisi. La partecipazione dei Verdi è vincolata al raggiungimento del 4% necessario per l’ingresso in parlamento, ma senza di loro è a rischio anche la premiership di Andersson
Governo di centro-destra con i Democratici Svedesi: al momento la coalizione di centro-destra è composta da tre dei quattro partiti che componevano l’Alleanza, ovvero la coalizione che ha sostenuto il governo di Fredrik Reinfeldt dal 2006 al 2014. Di quella coalizione fanno parte i Moderati (storicamente il principale partito di centro-destra), i Cristiano Democratici e i Liberali, mentre il Partito di Centro è passato a sostenere esternamente il governo di centro-sinistra. Ufficialmente i Democratici Svedesi non fanno parte del blocco, ma sono stati decisivi per l’approvazione dell’ultima finanziaria (quella proposta dall’opposizione, mandando immediatamente in crisi il governo Andersson) e al momento la loro presenza è decisiva in termini matematici per una possibile vittoria del centro-destra. I dubbi sono legati alla posizione in cui arriveranno i Democratici Svedesi, perchè se dovessero essere confermati i sondaggi che li vedono al secondo posto, sarà difficile per loro sostenere esternamente un governo Moderato senza avere ministeri di peso. Addirittura, in passato, le coalizioni di centro-destra erano guidate dal leader del partito che otteneva più voti (ovviamente dietro ai socialdemocratici), ma questo scenario è da escludere poichè i tempi per un premier nazional-conservatore in Svezia non sono per niente maturi e quindi il leader Jimmie Åkesson dovrebbe accontentarsi di un ministero. Salvo una disfatta per i Moderati, il premier indicato sarà il loro leader, Ulf Kristersson
Governo di centro-destra con il Partito di Centro: lo scenario è meno probabile considerati i rapporti freddi fra il Partito di Centro e il resto del centro-destra, dopo che Annie Lööf ha garantito il sostegno ai socialdemocratici per gli ultimi quattro anni. In verità, lo avevano fatto anche i liberali durante la leadership di Nyamko Sabuni, ma nel frattempo hanno ritirato l’appoggio e ora, con Pehrson segretario in pectore, sono nuovamente partner dei Moderati. E’ vero però, che un risultato inferiore alle attese dei Democratici Svedesi e una buona performance dei Moderati porterebbe ad un governo simile a quello visto con a capo Reinfeldt. Il sostegno esterno dei Democratici Svedesi non è gradito dai centristi, che in tal caso potrebbero garantire la partecipazione al governo solo con il benestare dei socialdemocratici i quali, in caso di sconfitta, si ritroverebbero di fronte alla possibilità di impedire comunque agli Sverigedemokraterna di farne parte limitandosi ad astenersi sulla fiducia. Questa soluzione venne applicata nel 2016 dai socialisti spagnoli dopo una crisi istituzionale dovuta ad una vittoria “zoppa” (ovvero senza maggioranza) del centrodestra, ma in Svezia sarebbe una novità.
Grande coalizione: per il momento non ci sono segnali che questa soluzione possa prendere piede, l’unica volta in cui vi si fece ricorso fu durante la seconda guerra mondiale, quando la quale la Svezia era rimasta neutrale. Un peggioramento della situazione internazionale o energetica, però, potrebbe comportare anche questo scenario. Il problema, per la Svezia, è che non esiste al momento una figura apartitica come poteva essere Mario Draghi in Italia. I rapporti fra Magdalena Andersson e Ulf Kristersson sono probabilmente migliori rispetto a quelli che quest’ultimo aveva con Lofven, tanto che i due hanno presenziato ad Eskilstuna dopo la sparatoria che aveva coinvolto una madre con un bambino e in precedenza si erano recati assieme in Ucraina, garantendo il sostegno a Zelensky e sostenendo l’accesso alla Nato di un paese storicamente neutrale come quello Scandinavo. Sarà però difficile far andare giù agli elettori socialdemocratici o moderati un governo di coalizione presieduto dal leader avversario. Alla finestra, un tempo, ci sarebbe stata Annie Lööf, il cui sostegno però è andato erodendosi nel corso degli ultimi anni.