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Stop agli inglesismi. E ai nordicismi?


In queste settimane si sta discutendo sull’opportunità di utilizzare o meno parole straniere nell’italiano corrente. Il governo Meloni sembra particolarmente interessato a limitare l’influsso di parole straniere, in particolare quelle più facilmente traducibili. Le parole in questione sono spesso di origine inglese, in alcuni casi francese, ma per quanto riguarda le lingue nordiche?


Nonostante l’enorme distanza geografica e le differenze di natura culturale, esistono alcune parole che l’italiano ha mutuato dalle lingue scandinave e dal finlandese, che fa parte della famiglia delle lingue ugro-finniche e non è classificabile come una lingua indo-europea. Le parole sono pochissime, ma alcune di queste sono di uso piuttosto comune.


Va detto che non sono note ricerche sull’influenza delle lingue nordiche riguardo all’Italiano, proprio perchè il fenomeno è talmente limitato da risultare ininfluente, tuttavia è interessante capire quali sono queste parole e se esiste un modo per tradurle in italiano o meno.


La prima, forse la più nota, è finlandese e non può essere altro che uno dei simboli nazionali di questa terra: la sauna. Non c’è bisogno di spiegare cos’è una sauna, tuttavia una sua versione è esistita anche in epoca romana. Nelle terme romane, infatti, esisteva una stanza priva di piscina, nelle quali i bagnanti potevano acclimatarsi alla struttura successiva, dove l’acqua sarebbe stata più calda, si trattava del tepidarium, dove la temperatura veniva riscaldata moderatamente. Non era però l’unica, perchè in tarda epoca romana venne introdotto il laconicum, l’ultimo passaggio prima della fine del percorso termale, che causava molto sudore con le sue alte temperature. Diciamoci la verità, però: le parole tiepidario e laconico suonerebbero enormemente fuorvianti rispetto alla meravigliosa invenzione di cui la Finlandia ha dotato il mondo.


Un’altra parola sicuramente conosciuta, ma utilizzata quasi esclusivamente nel gergo sportivo e sciistico è slalom: arriva dal finlandese “sla låm”, traducibile più o meno come “sentiero ripido” e si applica, per l’appunto, al superamento di ostacoli in un percorso sciistico, anche se successivamente è stato adattato a qualsiasi forma di percorso a ostacoli. La parola sarebbe originaria del villaggio di Morgedal, nel Telemark, luogo in cui è nato il padre dello sci moderno Sondre Norheim. Nell’italiano corrente esisterebbe la parola gimcana, che però non si applica esattamente allo sci e, soprattutto, ha origini indiane.


Dal norvegese allo svedese, le cose si fanno più difficili: ombudsman. Non conoscerla è perfettamente normale, si tratta di un termine molto tecnico legato all’apparato amministrativo e burocratico e, in realtà, in italiano viene usato più frequentemente il termine “difensore civico”. L’ombudsman, per l’appunto, svolge il ruolo di difensore civico quando un cittadino si rivolge alle istituzioni per segnalare un disservizio o sporgere una lamentela. Si tratta di un istituto regolamentato dai singoli enti locali (ad esempio comuni o regioni). Nel resto del mondo, il termine ombudsman è usato con una certa prevalenza e origina dal fatto che la Svezia è stata uno dei primissimi paesi ad includerlo nella sua costituzione, nel 1809.


Manca il danese, e qui dobbiamo forzare un attimo il vocabolario. Uno dei prodotti più noti della Danimarca sono mattoncini colorati meglio noti come Lego. Di per sè, si tratterebbe del nome dell’azienda che produce questi mattoncini dalla fine degli anni ’40, ma di fatto il termine è diventato così popolare (chi non ha mai giocato con i Lego da piccoli?) che ha sostituito interamente la natura del prodotto, tanto da essere utilizzato anche quando si tratta di mattoncini prodotti da altre aziende. La parola deriva dalla crasi delle parole “leg godt” (gioca bene).


Apparentemente, manca l’islandese, che tra l’altro è una lingua particolarmente conservatrice, tanto da aver tradotto letteralmente quasi ogni termine di nuova invenzione, ad esempio quelli di prodotti tecnologici o concetti che non esistevano mentre la lingua si sviluppava. Non risultano parole islandesi di uso comune in Italiano, così come non sembra esistano altre parole nordiche introdotte in italiano, ma, se ne conoscete, fatecelo sapere!

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