
Dopo la Svezia, anche la Norvegia si ritrova a fare i conti con una improvvisa ondata di crimini e sparatorie, specialmente nei quartieri più vulnerabili e con considerevoli percentuali di residenti non autoctoni.
L'ultimo in ordine di tempo, l'undicesimo in città secondo Aftenposten, è stato l'omicidio, avvenuto la notte fra sabato e domenica, di un pregiudicato di circa 20 anni residente ad Oslo: è stato colpito con una pistola dei pressi della fermata della metropolitana di Grønland. In alcune parti del medesimo quartiere, la percentuale di popolazione di origine non Europea supera il 50%.Al momento sono in stato di fermo due persone, con il sospetto di avere agito per evitare che la vittima testimoniasse ad un processo questa settimana.
Pochi giorni prima, un uomo era stato trovato a terra, gravemente ferito con dei colpi di pistola, di fronte ad un centro commerciale in un altro quartiere vulnerabile, Furuset. L'uomo sarebbe fuggito in taxi dopo una sparatoria che, secondo la polizia, sarebbe legata al crimine organizzato locale.
Nelle settimane precedenti, si erano verificati accoltellamenti e, durante la notte di Halloween, sempre a Furuset, un autobus era stato preso d'assalto da un gruppo di giovani, dispersi poi dalla polizia.
La polizia norvegese, già a giugno, aveva rivelato al quotidiano svedese Aftonbladet che alcune dinamiche della criminalità organizzata svedese (composta spesso da persone di origine mediorientale) si erano verificate anche nelle principali città del paese.
I dati pubblicati dall'Istituto Norvegese di Statistica nel 2020 indicano che, fra il 2015 e il 2018, circa il 16% dei reati è stato compiuto da immigrati o figli di immigrati in tutto il paese. A Oslo, durante il periodo indicato, poco più di un terzo dei reati violenti è stato compiuto da persone straniere o di origine straniera. La comunità più indicata nelle statistiche dei reati violenti nella capitale è quella Somala con circa il 9% dei crimini commessi, seguita da quella Pakistana con il 2.8%.
In tutto il paese, i reati che includono i danni contro il patrimonio e la violazione dell'ordine, sono costituiti per il 20% da persone straniere o di origine straniera: il 2.5% di questi reati è commesso dalla comunita' Somala, seguita con l'1.7% da quella Polacca.
Il reato più comune, però , è il consumo e lo spaccio di stupefacenti: circa il 15% di chi ha commesso questo tipo di reati ha origine straniera, con l'1.6% proveniente dalla comunità Polacca e l'1.3% da quella Somala.
I dati sono collegati ad un periodo che va dai 4 ai 7 anni fa ed è possibile che, nel frattempo, la demografia del crimine in Norvegia sia cambiata. Di sicuro, i numerosi reati riportati dai media nazionali non costituiscono un elemento di vanto per la Ministra dell'Interno e della Giustizia Emilie Enger Mehl (Partito di Centro), già al centro delle polemiche per la presenza di spie russe sul territorio nazionale e per il progetto, poi accantonato, di diminuire le forze di polizia nelle principali città a favore dei piccoli comuni del Centro-Nord del paese, dove i livelli di criminalità sono inferiori e decisamente più sparsi rispetto alla capitale.
Sempre secondo l'indagine dell'Istituto Norvegese di Statistica, i reati commessi ad Oslo nel triennio 15-18 ammontano a circa il 15% di quelli totali.