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Sovranisti a chi?


In un articolo di Repubblica, pubblicato ieri sera, a firma Alessandra Ziniti, l’affermazione dell’ambasciatore svedese presso l’Unione Europea, Lars Danielsson, sulle difficoltà nel raggiungere un accordo sui migranti, è stato bollato come proveniente da un governo sovranista.


Ora, è normale che un giornale con una certa impostazione progressista debba trovare un modo per esporre le incongruenze del governo di destra guidato da Giorgia Meloni, sarebbe più corretto farlo senza tirare dare titoli improbabili di sovranismo. Anche perchè se il governo svedese è sovranista, quello di Giorgia Meloni che urla “La pacchia è finita” (per chi?) cos’è? O cos’era il Conte I, quello gialloverde che aveva provato a piazzare il principe degli euroscettici, Paolo Savona, alle finanze?


Il governo svedese è un governo di centro-destra composto dai Moderati del premier Ulf Kristersson, di ispirazione liberal-conservatrice, il Partito Democratico Cristiano di Ebba Busch, che è una riedizione protestante della nostra DC, e il Partito Liberale di Johan Pehrson, per l’appunto liberale e tendenzialmente centrista, che fra il 2018 e il 2020 sostenne esternamente il governo rosso-verde di Lofven. E’ sostenuto esternamente, quindi senza la presenza di ministri o sottosegretari, dai Democratici Svedesi, un partito nato all’estrema destra, ma che con il tempo ha dovuto limare molte sue posizioni, alleato di Meloni in Europa e sostanzialmente monotematico, avendo come unico cavallo di battaglia l’immigrazione e i problemi di sicurezza ad essa legati.


Il governo e i Democratici Svedesi sono legati dall’accordo di Tidö, per il quale gli SD hanno sostanzialmente chiesto al centro-destra tradizionale una maggiore fermezza nei confronti della criminalità organizzata rispetto a quanto mostrato dal governo precedente di centro-sinistra. Richiesta giustificata dagli eventi di questi giorni avvenuti nella zona Sud di Stoccolma, dove si sono verificate due nuove esplosioni e un altro omicidio rispetto a quelli che avevamo già descritto l’altro giorno.


I Democratici Svedesi, nati con lo slogan “Bevara Sverige Svenskt” (Manteniamo la Svezia svedese) hanno marciato sull’ideale della “Gamla fina Sverige” fino a che non hanno capito che, per governare, avevano bisogno di entrare nel ventunesimo secolo, tanto che hanno ammorbidito la loro posizione sulle questioni civili e hanno espulso diversi elementi del partito di ispirazione più radicale.

Nonostante questo, non sono riusciti a fare parte della maggioranza a causa dell’ aut-aut dei liberali, senza i quali sarebbe stato impossibile formare un governo. In passato si erano espressi a favore di un referendum sull’uscita della Svezia dall’UE, ma sono rimasti a lungo silenti sul tema dopo la disastrosa gestione della Brexit nel Regno Unito e sicuramente non troveranno sponde nei partiti di governo, tutti fortemente europeisti. Paradossalmente, il Partito della Sinistra, erede del Partito Comunista Svedese e partner esterno dei governo di centro-sinistra, ha manifestato un orientamento più euroscettico rispetto a SD.


Sarà sovranista mica Lars Danielsson? L’ambasciatore svedese all’UE è un esperto diplomatico, non schierato politicamente e che si è limitato ad esprimere una previsione su un tema di cui in Europa si discute da anni senza trovare un compromesso. Orban i migranti non li vuole vedere nemmeno con il binocolo, altri paesi hanno meno problemi ad accoglierli, mentre la Svezia ha già ampiamente fatto la sua parte. Dalla crisi dei migranti sono passati sette anni e sedici presidenze europee, alcune di queste legate a governi profondamente conservatori (Bulgaria o Slovenia) o su posizioni particolarmente ostili alla redistribuzione dei migranti (l’ex premier socialista slovacco Fico). La Svezia, in quella circostanza, accolse 163.000 rifugiati nel 2015 e 144.000 l’anno successivo.


Oggi, la Svezia si sta ritrovando a dover gestire l’ingresso nel mondo del lavoro di buona parte delle persone arrivate in quell’ondata e, come se non bastasse, deve affrontare una violenta guerra fra gang che coinvolge per lo più giovani nati in Svezia da persone immigrate. Per quest’ultima, tristissima, vicenda, non esiste una soluzione magica, non a caso i Democratici Svedesi si stanno sgonfiando proprio di fronte all’incapacità di proporre misure efficaci, e quelle promesse dal governo tardano ad arrivare. Ulf Kristersson sta probabilmente agendo in ritardo rispetto ai problemi di casa propria, ma tacciare il suo governo di sovranismo solo per fare un dispetto a Giorgia Meloni non è un buon esempio di cronaca.

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