
Si avvicina sempre di più il giorno del voto in Svezia, che anticiperà di due settimane le elezioni in Italia. A differenza del nostro paese, dove i sondaggi sembrano preannunciare un'ampia vittoria del centrodestra, in Scandinavia la partita pare essere equilibratissima e si deciderà sulla soglia di sbarramento piuttosto che sui flussi di voti.
Quasi tutti i partiti, infatti, viaggerebbero con percentuali molto simili a quelle del 2018, quando vinsero i socialdemocratici senza trovare immediatamente una maggioranza (raggiunsero poi l'accordo con Centro, Verdi e Liberali): l'unica differenza sta in un travaso di voti del 2% circa dal Partito di Centro ai Socialdemocratici, elemento che potrebbe essere legato all'elevazione a Primo Ministro di Magdalena Andersson in sostituzione del meno carismatico Stefan Lofven. Andersson, diventando la prima Premier donna nel paese, ha probabilmente catalizzato il voto di chi simpatizzava per il Centerpartiet in virtù della sua leader, Annie Lööf, che con il tempo ha condotto il partito dalla coalizione di centrodestra ad un sostegno esterno ai socialdemocratici e che ultimamente ha confermato la possibilità di partecipare ad un governo di centrosinistra con i propri ministri.
In un quadro così stabile, a fare la differenza sarà soprattutto la sopravvivenza in parlamento del Verdi, decimati nel corso degli anni da scandali (la vicinanza ai Lupi Grigi Turchi dell'ex ministro Kaplan) e dalla decisione di sostenere solo esternamente il governo Andersson dopo l'approvazione della inanziaria promossa dall'opposizione e sostenuta anche dagli Sverigedemokraterna, il partito più a destra nel panorama politico locale.
Nel 2018, i Verdi superarono di circa 25mila voti la soglia del 4%, subendo un arretramento di 2.5 punti rispetto al 2014 e, per tutta la legislatura, hanno mantenuto il proprio indice di apprezzamento sotto lo sbarramento. Solo nelle ultime settimane si è potuta apprezzare una risalita a danno del Partito della Sinistra.
Con le proiezioni attuali, Sinistra, Socialdemocratici, Verdi e Centro raggiungerebbero assieme i 176 seggi, tre in più rispetto alle opposizioni di centrodestra, sarebbe quindi sufficiente uno scivolone dei Verdi a consegnare il governo al leader Moderato, Ulf Kristersson.
Non sono solo i Verdi a rischiare: il Partito Liberale, passato all'opposizione nel 2020, ha patito la leadership di Nyamko Sabuni e solo recentemente ha recuperato terreno grazie al traghettatore Johan Pehrson.
Ci sono due precedenti importanti per far capire la rilevanza di questo passaggio: nel 1991 i Verdi rimasero fuori dal parlamento per l'ultima volta ottenendo il 3.36% e proprio in quell'occasione fu Carl Bildt, del Partito Moderato, a diventare premier con un governo di minoranza. Nel 1994 e nel '98, invece, il Partito della Sinistra venne "salvato" dal voto di sostegno di numerosi socialdemocratici dopo aver figurato negativamente nei sondaggi, tanto che nella seconda circostanza i post-comunisti riuscirono a raggiungere addirittura il 12%, miglior risultato di sempre.