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Simone Billi (centrodestra), "attenzione ai brogli"


Simone Billi è uno dei parlamentari uscenti eletti all’estero. Nato a Firenze quarantasei anni fa, ora risiede in Svizzera e ha un’ampia esperienza internazionale nel settore dei brevetti. Dal 2018 siede alla Camera nel gruppo della Lega ed è candidato nella lista unica di centrodestra nella circoscrizione Europa.


E’ la prima campagna elettorale da parlamentare in carica, differenze rispetto alla precedente?

La cosa diversa che noto è il rischio di brogli sempre più pressante, ci sono voci in giro che riportano che alcuni candidati si stanno preparando per comprare pacchi di schede. Sono voci che circolano e la differenziano dalla scorsa dove le operazioni e la competizione fra i candidati mi era sembrata più trasparente.


Ha ricevuto segnalazioni dal partito o dal territorio?

Dal territorio, in particolare da Colonia, in Germania, anche dal Belgio e dal Lussemburgo. Purtroppo non ho altri dettagli sulla cosa, sono situazioni che mi sono state riferite, ma come candidato e parlamentare è fondamentale riportare l’attenzione su questo tipo di problematiche. Gli elettori e le istituzioni devono essere messe in allarme al più presto.


E i quattro anni e mezzo precedenti come sono stati?

Non spetta a me dire come io stesso abbia lavorato, spetta in particolare ora agli elettori. Posso dire, da ingegnere e da persona molto razionale e attenta ai numeri, che il mio contributo è costituito dal 94% di presenze in parlamento, sono il deputato eletto all’estero con il maggior numero di presenze Riassume il mio impegno per gli italiani all’estero e per il mio paese.


Cosa rimane da fare per completare l’opera?

C’è molto da fare. La prima priorità è l’efficientamento e il miglioramento della rete consolare che a causa dei tagli della pubblica amministrazione degli ultimi 15 anni e l’aumento esponenziale degli Aire, a cui si è aggiunta la pandemia, che ha portato alla chiusura degli uffici consolari, ha aumentato le pratiche in sospeso. La rete non si trova in buone acque, gli italiani all’estero hanno necessità di un servizio pubblico che funzioni, sia efficace e impatti direttamente la vita delle persone, sia quella professionale che quella di lavoro. Le problematiche sono tante, dal potenziamento delle scuole e dei corsi di lingua italiana dei bambini per mantenere un legame con la madrepatria e la famiglia, al supporto all’associazionismo che è sempre più in crisi, possiamo fare discorsi sulla sanità. Posso continuare il lavoro iniziato essendo già pronto, chi arriva da nuovo dovrà fare un periodo di transizione che non lo renderà operativo subito, mentre io lo sarò già dal 1° ottobre.


Lo abbiamo già chiesto a Zehentner, l’estero è un collegio difficile per il centro-destra, per quale motivo?

Per il centrodestra di sicuro è difficile perchè il PD ha una rete capillare sul territorio fatta di associazionismo, patronati e purtroppo anche un po’ legata alla presenza nelle istituzioni. Noi questa rete non l’abbiamo e la patiamo sul territorio. Mi permetto di dire che è una situazione simile a quella della Toscana da cui provengo. Il PD in Toscana è ramificato, anche se per fortuna negli ultimi anni la maggioranza delle persone ha iniziato a votare per il centrodestra. Il risultato lo vediamo con il fatto che il PD rimane al potere a Roma anche quando non prende la maggioranza dei voti, si aprirebbe una lunga discussione però...


La Lega ha fatto parte di due governi in questa legislatura, c’è rammarico per come sono andati a finire?

C’è un grosso rammarico per questi quattro anni di legislatura. Non abbiamo potuto portare avanti le nostre battaglie e concludere le nostre priorità perchè in quattro anni si sono succeduti tre governi diversi. Anche con il Conte I e con Draghi eravamo in minoranza e la nostra voce non era sentita in modo sufficiente. Si è chiusa la legislatura in questo modo, di sicuro la prossima sarà diversa, il centrodestra si avvia ad una vittoria sicura e definitiva. Potremo mettere mano alle riforme che servono al paese. Voglio far notare come questo inverno sarà molto duro, probabilmente il più difficile della Repubblica Italiana, vediamo cosa succederà. Ci impegneremo per fare in modo che gli italiani siano il meno impattati dalla situazione, ma non ci dobbiamo nascondere dietro a un dito, sarà difficile per noi e per l’Europa.


Teme che la coalizione possa sbilanciarsi eccessivamente verso Fratelli d’Italia?

Direi che dai nostri leader di centrodestra all’ultimo militante queste elezioni sono sentite e combattute, quindi il rischio di sederci sugli allori non c’è. Le persone hanno capito che dopo il Covid e con una guerra in corso che si sommano a una lunga crisi economica, le elezioni sono molto importanti per sollevare il nostro paese. La coalizione esiste da tanti anni, ne ha passate tante, dal Predellino di Berlusconi in poi. Sono alti e bassi che ci sono sia per coalizione che singoli partiti, ma non è un problema. Il Punto è che siamo una coalizione unita non solo nel programma, le linee comuni sono molto forti, partiamo sotto i migliori auspici.

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