
Manca meno di una settimana al voto in Danimarca e solamente ieri sono stati pubblicati i nomi dei candidati per queste elezioni anticipate. Si voterà con il sistema proporzionale e sbarramento al 2%, elemento che potrebbe causare l’esclusione di almeno due partiti dal Folketing.
La partita fra Mette Frederiksen ed il centro-destra, almeno per quanto riguarda i sondaggi, sembra progressivamente spostarsi in favore della Premier uscente, il cui sostegno è piuttosto stabile attorno al 25-27%. Se i Socialdemocratici dovessero confermarsi sopra il 25.9% ottenuto tre anni fa, questo rappresenterebbe una soglia morale per assicurarsi la continuità di governo.
Il centro-destra è diviso in almeno tre blocchi, al cui interno vi è un’ulteriore competizione per la leadership: l’ex Premier liberale Løkke Rasmussen si presenterà con una propria lista, I Moderati, e sta scalando rapidamente la piramide, tanto che questa settimana, per la prima volta, si è attestato sopra il 10%; il centro-destra storico (Venstre e Conservatori) è in discesa a beneficio della nuova lista di centro e dell’Alleanza Liberale di Alex Vanopslagh, che secondo le ultime tendenze passerebbe dal 2 al 7%; infine, all’estrema destra, sono stabili i Democratici Danesi di Inger Støjberg, ma sembra in calo la Nuova Destra di Pernille Vermund, così come il Partito del Popolo Danese rischia di scomparire dietro la soglia di sbarramento. Una miscela di divisioni e rancori, scaturiti soprattutto dalla sconfitta della Venstre nel 2019, che non potrà far altro che favorire la Donna di Ferro della sinistra.
Come già anticipato nell’ultimo aggiornamento, Mette Frederiksen ha evidenziato la sua intenzione di formare un governo orientato al centro, ma le urne potrebbero dare un esito opposto a quello sperato dalla Premier: gli ormai ex alleati Radicali sono in caduta libera dopo aver minacciato lo sgambetto sulla fiducia sullo scandalo dei visoni (motivo delle elezioni anticipate), mentre Løkke Rasmussen rischia di essere un partner di coalizione troppo ingombrante. Negli ultimi giorni si è registrata una certa sintonia fra i Socialdemocratici e Alternativa Verde, partito che viaggia attorno alla soglia di sbarramento e il cui sostegno, a questo punto, potrebbe rivelarsi decisivo. Sono in molti a scommettere che, una volta superato lo scoglio elettorale, Mette Frederiksen riproporrà un governo sostenuto da Sinistra Popolare (che sfiora il 10% nei sondaggi) e l’Alleanza Rosso-Verde