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Sanna Marin, il test e le critiche


Dopo le polemiche per il video e il relativo coro con gli altri partecipanti alla festa, la premier Finlandese, Sanna Marin, ha annunciato di essersi sottoposta ad un test relativo all'uso di sostanze stupefacenti, i cui risultati saranno disponibili nei prossimi giorni.


Numerose sono state le critiche in patria e all'estero, così come altrettanti sono stati gli attestati di stima e di comprensione. La stessa Marin ha dichiarato di non essersi pentita di aver partecipato alla festa e di avere diritto a momenti di svago come qualsiasi altro cittadino.


Fra chi ha preso le difese di Sanna Marin (su tutti, la giornalista ed ex parlamentare di destra Flavia Perina sulla Stampa e Simone Cosimi su Wired), emergono elementi che richiamano al genere e alla giovane età della Pääministeri. Molti commentatori sui social hanno ricordato le feste di Silvio Berlusconi in Italia come esempio ben più estremo.


Il motivo per cui Sanna Marin ha destato polemiche in casa propria, tuttavia, non è legato al suo essere donna e solo in parte alla sua giovane età, o per meglio dire, inesperienza.


Partendo dall'ultimo punto: Sanna Marin è diventata premier a 34 anni nel 2019, bruciando tutte le tappe di una carriera politica che l'aveva vista entrare in consiglio comunale a Tampere nel 2012 e nell'Eduskunta, il Parlamento Finlandese, tre anni dopo. Nei sei mesi precedenti alla premiership, era stata Ministro dei Trasporti del suo mentore Antti Rinne prima di sostituirlo in seguito alla cattiva gestione di quest'ultimo di uno sciopero e dei disservizi delle Poste nazionali. E' chiaro che un percorso così rapido potrebbe aver impedito a Marin di abituarsi alla grande esposizione che richiede il suo ruolo di capo del governo, soprattutto in una difficile fase come quella della Pandemia e della Guerra in Ucraina.


Infatti, le accuse rivolte a Sanna Marin nel dicembre del 2021, quando si era recata in discoteca, non erano dovute tanto al momento di svago, quanto al fatto che non fosse raggiungibile telefonicamente (era stata informata via sms della positività al Covid del ministro dgli Esteri Haavisto, con cui si era intrattenuta in giornata, ma non aveva il telefono con sè), peraltro senza aver delegato i propri poteri alla vicepremier Saarikko, come normalmente accade quando è in ferie o indisponibile.


Lo stesso problema è emerso nella sera della festa, in cui lo scandalo è stato dato dal contenuto di un coro che faceva più riferimenti al consumo di cocaina. Marin ha dichiarato di aver fatto moderato uso di sostanze alcoliche per poi recarsi in una discoteca della capitale senza affidare i propri compiti a Saarikko o altri esponenti del governo. Si tratterebbe di un potenziale rischio per la sicurezza nazionale, considerato anche che la Finlandia sta attraversando il periodo che anticipa l'ingresso nella Nato e condivide oltre 800 chilometri di confine con la Russia, più volte minacciosa in questi mesi con il vicino nordico. Dal punto di vista diplomatico, Sanna Marin è stata apprezzata per la pragmaticità con cui ha affrontato la questione, superando il tabù della neutralità interanzionale del suo paese.


L'elemento di genere, nel paese che per primo ha concesso il diritto di voto alle donne, non dovrebbe essere una discriminante per l'atteggiamento di Marin, per lo meno nella cronaca nazionale: la Finlandia ha già avuto due donne a capo del governo, Anneli Jäätteenmäki e Mari Kiviniemi, oltre all'ex Presidente della Repubblica Tarja Halonen, e nessuna di loro è mai stata oggetto di polemiche per la propria vita privata.


La verità è che la politica finlandese, oltre ad essere relativamente stabile, è anche caratterizzata da una certa sobrietà, e se è vero che il comportamento di Sanna Marin impallidisce a confronto degli eccessi del suo ex collega Italiano, è altrettanto vero che i suoi predecessori (le già citate Jäätteenmäki e Kiviniemi, ma anche Stubb, Katainen e Rinne) si sono contraddistinti per un atteggiamento decisamente più convenzionale, dettato forse anche dall'età matura e dal cursus honorum che avevano alle spalle. Curioso il fatto che il più longevo premier di questo secolo, il centrista Matti Vanhanen (in carica dal 2003 al 2010) fosse completamente astemio, affidando la sua popolarità al proprio pragmatismo piuttosto che alla sua immagine.

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