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Ruth Meier, morta ad Auschwitz, immortale in Norvegia


Uno dei luoghi simbolici di Oslo è il Parco di Frogner, ribattezzato Parco Vigeland in onore dello scultore Gustav Vigeland, autore delle 212 opere di bronzo e granito che lo contraddistinguono, assieme al Monolite, l'opera centrale in cui 121 figure cercano di raggiungere la vetta. Una delle 212 statue ha immortalato Ruth Maier, vittima dell'Olocausto.


La statua ha il nome di "Sorpresa" e si ritiene che questo nome sia legato alla posizione assunta da Ruth Maier che, mentre posava nuda per Vigeland, si sarebbe coperta le parti intime all'improvviso ingresso in stanza di un estraneo.


Ruth Maier non era norvegese: era nata nel 1920 e cresciuta in Austria, ma dopo l'Anschluss riuscì a fuggire dal suo paese grazie ai contatti del padre, morto alcuni anni prima. La sorella Judith si diresse verso il Regno Unito, mentre Ruth optò per la Norvegia, in quel momento ritenuta ancora al sicuro. Trascorrerà circa un anno in tranquillità, prima dell'improvvisa invasione tedesca del 9 aprile 1940.


Della sua vita, prima e dopo la fuga in Norvegia, si conosce molto grazie al suo diario, iniziato nel 1932 e proseguito fino alla morte. Grazie ai suoi scritti, si scoprì che apprese rapidamente il norvegese, completò l'esame di maturità e avviò una relazione con la poetessa Gunvor Hofmo.


Durante gli anni di permanenza norvegese, diventerà una modella per diversi artisti e "Sorpresa" è probabilmente la più celebre opera che la vede ritratta, sebbene il volto scelto da Vigeland non fosse il suo, ma quello di Inga Syvertsen.


La fine per lei arriva nel novembre del 1942: arrestata nella sua casa di Dalbergstien 3, non lontano dal castello reale a Oslo, viene trasportata ad Auschwitz e uccisa nelle camere a gas meno di una settimana dopo. Oggi è commemorata dalla pubblicazione del suo diario, avvenuta nel 1995, da un documentario del 2021 prodotto da Alert Film, e da una piazza intitolata a suo nome, proprio di fronte a quella che fu la sua ultima residenza in vita.


Gunvor Hofmo, che dopo la sua scomparsa verrà istituzionalizzata a causa della depressione, le dedicò una poesia, pubblicata sulla "Rivista dei lavoratori" :


Le parole, luminosamente silenti

Troverò

Le darò a te, fisserò alcuni momenti assieme

sotto la cornice dell'eternità

così non ti dimenticherai mai di me.

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