
Erano partite per la Siria quando avevano 19 e 16 anni, sono tornate ieri, a nove anni di distanza, dopo un accordo fra il Ministero degli Esteri norvegese e le autorità curde che le avevano catturate nella guerra contro lo Stato Islamico al quale avevano provato ad unirsi. E' la storia di due sorelle di origini somale, per la precisione del Somaliland, uno stato di fatto indipendente dal resto della Somalia e non riconosciuto a livello internazionale, che nel 2014 avevano lasciato Bærum, a pochi chilometri dalla capitale Oslo, per unirsi all'organizzazione terroristica che per diversi anni ha seminato morte e distruzione in Medio Oriente e in Europa. A reclutarle era stato un altro cittadino norvegese che si era recato in Siria tempo prima e al quale una delle due era destinata come sposa. L'uomo sarebbe poi morto dopo aver avuto due figlie con la sorella più grande, mentre la più piccola ha avuto una figlia da un altro uomo, anch'esso deceduto. Assieme a loro vi era un'altra giovane, che però non ha voluto fare ritorno in Norvegia, e una quarta della quale, al momento, non si hanno notizie. Le bambine saranno affidate ai servizi sociali al momento dell'arrivo in Norvegia. La Ministra degli Esteri norvegese, la laburista Anniken Huitfeldt, ha dichiarato che la preoccupazione principale era nei confronti delle figlie delle due donne, che oggi hanno 28 e 25 anni: il rischio per le piccole è quello di essere a loro volta reclutate da organizzazioni terroristiche, di diventare oggetto di traffici illeciti o essere colpite da gravi malattie dovute all'assenza di strutture sanitarie nel campo profughi nel quale le famiglie hanno vissuto durante gli ultimi mesi, dopo che erano state liberate dalle autorità curde che amministrano i territori in contrapposizione al regime di Bashar El Assad. Il padre delle due giovani ha cercato per lungo tempo di riportarle in Norvegia e si è detto fiducioso dello stato di diritto norvegese: le giovani al momento sono indagate per appartenenza ad un'organizzazione terroristica, ma è presumibile che la difesa sarà improntata sul dimostrare che le due fossero state attirate in una trappola che le avrebbe rese vittime di traffico di esseri umani. Non sono mancate le polemiche politiche: il Partito del Progresso, il partito più a destra nel parlamento norvegese, si è detto contrario al rimpatrio delle due donne accusate di terrorismo, limitando il proprio sostegno solo nei confronti delle figlie.