La situazione in Finlandia resta particolarmente tesa dopo le rivelazioni legate ai commenti razzisti della Ministra delle Finanze Riikka Purra. Nonostante la richiesta dell'opposizione, il parlamento non sospenderà la pausa estiva per votare la sfiducia, ma la questione è ancora sulle prime pagine dei giornali e difficilmente passerà in secondo piano prima dell'autunno.
Gli occhi degli osservatori sono puntati, ora, sul premier Petteri Orpo e su quella che è ritenuta dai più la più debole delle quattro gambe su cui poggia il governo: i Popolari Svedesi.
Il premier Orpo, dopo le dichiarazioni attraverso le quali prendeva le distanze dal linguaggio che la ministra aveva mantenuto nei commenti risalenti al 2008 (ma ci sono anche polemiche su alcune dichiarazioni del 2019), ha annunciato l'intenzione di avviare un focus sul razzismo in Finlandia, ma la proposta sembra non convincere i più critici.
Il Partito Popolare della Minoranza Svedese, guidato dalla Ministra per l'Educazione Anna Maja Henriksson, aveva causato già profondi dissidi al suo interno decidendo di aderire ad un governo del quale fanno parte i Veri Finlandesi di Riikka Purra che, oltre alla differenza di valori con i centristi, ha sempre mantenuto un atteggiamento di ostilità nei confronti della minoranza di lingua svedese. In questi giorni, l'opposizione interna al partito ha trovato ulteriori energie per criticare la scelta di ormai due mesi fa e chiedere l'uscita dal governo. L'europarlamentare Nils Torvalds ha dichiarato pubblicamente di sperare in una rottura dell'accordo di governo, per poi favorire una grande coalizione con i Socialdemocratici.
La discussione, quasi certamente, si protrarrà fino alla riapertura dell'Eduskunta in autunno: fino a quel momento, Riikka Purra rimarrà a dover affrontare i media quasi in solitaria, a meno che non decida di fare un passo indietro come il suo collega di partito, ed ex collega di governo, Vilhelm Junnila, dimessosi dopo le rivelazioni sui suoi legami neonazisti.