
Sembrerebbe una storia tratta da un noir scandinavo, non fosse che c'è di mezzo un morto per davvero e che i quotidiani norvegesi hanno già ribattezzato la faccenda "Il caso del frigorifero". La scoperta è avvenuta giovedì in Svezia e coinvolge un uomo norvegese.
I fatti dovrebbero risalire al 2018: ad Årjäng, nel Värmland occidentale, una donna (anch'essa norvegese) di circa 60 anni, che viveva assieme all'uomo non lontano dal confine con il proprio paese in una frazione di campagna, ha interrotto i contatti con i familiari in Norvegia, tanto che gli stessi si sarebbero recati in Svezia dove il compagno avrebbe accampato delle scuse riguardo alla sua assenza. Insospettiti, i parenti della donna avrebbero addirittura allertato le autorità svedesi nel 2019, senza però ottenere riscontri.
Pochi giorni fa, in seguito a un ricovero dell'uomo durato un paio di settimane, la polizia ha effettuato la scoperta di resti umani nel frigorifero della villetta di Årjäng. I resti apparterrebbero alla donna e l'uomo, di qualche anno più giovane rispetto a lei, è sospettato di omicidio. Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo avrebbe ammesso che i resti sarebbero della compagna, ma non di averla uccisa.
Nella tranquillissima località, affacciata sul lago Silen, la notizia è stata accolta come uno shock: l'uomo era conosciuto per essere una persona placida e amichevole, sebbene le autorità norvegesi lo avessero in precedenza condannato per violenza sessuale nel 1993 e per diversi episodi in cui si sarebbe esposto nudo, anche nei confronti di minori, infine nel 2006 per guida in stato di ebbrezza. Al momento dell'arresto, l'uomo viveva in Svezia da oltre dieci anni.