
Questa mattina alle 11:00 il premier incaricato, Ulf Kristersson, riferirà al Presidente del Parlamento Svedese l’esito dei negoziati per la formazione del governo di centro-destra in Svezia. L’incontro sarà anticipato da una conferenza stampa congiunta dei leader dei quattro partiti coinvolti.
Il segnale della conferenza stampa anticipata allenta la tensioni a un mese esatto dai risultati definitivi delle elezioni, che hanno visto il centro-destra imporsi con una maggioranza risicata rispetto alla coalizione in sostegno della premier uscente Magdalena Andersson. Proprio l’altro ieri, Kristersson aveva ottenuto due giorni in più per completare i negoziati con i futuri partner di governo.
Il problema principale per Kristersson si è rivelato essere il clamoroso sorpasso dei Democratici Svedesi, il partito più a destra nel Riksdag, ai danni dei Moderati di cui egli fa parte. Non sarebbe la prima volta che il ruolo di Primo Ministro non viene svolto dal leader di uno dei primi due partiti usciti dalle urne, ma bisogna andare indietro di oltre 40 anni per l’ultima circostanza in cui ciò si è verificato e addirittura a metà anni ’70 per trovare un esecutivo del quale non facessero parte nè i Socialdemocratici (primo partito dal 1917), nè il partito arrivato secondo.
L’ipotesi più probabile è quella di un governo di minoranza composto da Moderati e Cristiano Democratici, sostenuto esternamente da Liberali e Democratici Svedesi. La meno praticabile è quella di un governo a tre con l’esclusione dei Liberali, per i quali sarebbe complesso giustificare il sostegno esterno ad un esecutivo così orientato a destra, tanto che almeno tre parlamentari si sono detti profondamente contrari a questa soluzione.
Il voto per la fiducia dovrebbe tenersi lunedì e, se Kristersson passerà l’esame, sarà Primo Ministro a tutti gli effetti. Se invece dovesse essere respinto (o se domani non gli dovesse essere confermato l’incarico), la palla passerà al Presidente del Riksdag Andreas Norlen, che a quel punto potrebbe affidare all’uscente Magdalena il difficile compito di formare una maggioranza.