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Nord Stream, Danimarca e Polonia accusano: "Sabotaggio"


Stanno facendo il giro del mondo le immagini delle enormi bolle di gas (in alcuni casi oltre 100 metri di diametro) fuoriuscite dal gasdotto Nord Stream al largo delle Isole Bornholm, trasformato in una pericolosa Jacuzzi di gas da tre perdite riscontrate nella giornata di ieri.


Sembra farsi strada, almeno fra i leader politici coinvolti, l'idea che dietro alla grossa perdita di gas e alle esplosioni avvenute domenica (riscontrate dai sismografi sulla terra ferma in Svezia) vi siano atti di sabotaggio. E la situazione internazionale indica come maggiore sospetto la Russia di Putin.


Prima è stato il premier polacco Morawiecki a parlare di danno non casuale, successivamente la diretta interessata, la prima ministra danese Mette Frederiksen, ha condiviso questo sospetto. "Il giudizio delle autoritá è che non si tratta di una circostanza sfortunata", queste le parole di Frederiksen alla stampa.


Il gasdotto Nord Stream è composto da due componenti, 1 e 2: la seconda è stata ultimata a pochi mesi dall'inizio del conflitto in Ucraina e non è mai stata messa in funzione a causa delle immediate sanzioni. Il Nord Stream 1 parte all'altezza di Vyborg (un tempo Viipuri e parte dell Finlandia) per attraversare il mar Baltico sfiorando la già citata isola di Bornholm e arrivare nelle coste tedesche.


A causa della perdita di gas, è stato proibito il passaggio di navi per ragioni di sicurezza, poichè uno dei rischi principali è la possibilita' di incendi o di esplosioni. Difficile dimostrare la responsabilità russa (o di qualsiasi altro paese), essendo l'area in acque internazionali, ma è chiaro che i recenti sviluppi della guerra in Ucraina, con l'offensiva delle forze di Kiev e i referendum farsa nelle regioni occupate, lascino pensare ad una azione deliberata.

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