
Non si placano le polemiche legate alla minaccia turca di impedire l'accesso della Svezia alla Nato, dopo che a Stoccolma si sono verificati forti contestazioni nei confronti di Erdogan, oltre al rogo di una copia del Corano da parte dell'estremista di destra Rasmus Paludan di fronte all'ambasciata di Ankara nella capitale svedese.
A complicare la situazione della Svezia è arrivata la dichiarazione del Ministro degli Esteri finlandese, il verde Pekka Haavisto, che ha ribadito l'intenzione della Finlandia di proseguire il suo cammino verso l'adesione all'Alleanza Atlantica con o senza il partner nordico. Questo scenario è sempre stato il principale deterrente ad un'adesione unilaterale in passato, ma, con l'invasione russa dell'Ucraina dello scorso anno, il governo di Helsinki sembra intenzionato a proteggere il lungo confine con la Russia, anche a costo di mettere in difficoltà i vicini ad occidente.
Nella giornata di ieri, il premier svedese Ulf Kristersson, il Ministro degli Esteri Billström e quello della Difesa Jonson hanno comunicato alla stampa, in una conferenza congiunta, che la difesa della Svezia è la priorità in questo momento. La conferenza è servita come monito nei confronti della Turchia, infuriata con Stoccolma a causa del manichino di Erdogan impiccato ed esposto da simpatizzanti curdi e l'autorizzazione ad una manifestazione di estrema destra durante la quale Paludan ha bruciato una copia del Corano, come già aveva fatto in passato. Le parole di Kristersson erano indirizzate anche al leader dei Democratici Svedesi Jimmy Åkesson, che aveva difeso la libertà di espressione svedese, chiamando Erdogan "dittatore islamista". I Democratici Svedesi, partito populista di destra, sostengono esternamente il governo formato da conservatori, liberali e cristiano democratici.
Secondo alcuni osservatori, questa situazione è dovuta anche al coinvolgimento di Recep Tayyip Erdogan nella campagna elettorale per le presidenziali turche del 14 maggio, appuntamento che, dopo vent'anni di governo talvolta autoritario, lo vede indietro nei sondaggi rispetto a diversi dei possibili candidati dell'opposizione di centro-sinistra. E' possibile che, in caso di sconfitta per Erdogan, un nuovo presidente turco abbia meno obiezioni riguardo alla presenza svedese nella Nato.