
La tv di stato islandese RUV ha anticipato la proposta del Ministro della Giustizia islandese, il conservatore Jon Gunnarson, che si appresterebbe a restringere le condizioni per il diritto di asilo nei confronti dei richiedenti e introdurre misure in grado di favorire il rimpatrio.
Durante l’ultimo anno, circa 1.700 persone hanno avanzato la propria richiesta di asilo presso le autoritä di Reykjavik, metà delle quali provenienti dal Venezuela, da anni colpito da una dura crisi sociale ed economica. L’elemento di maggiore attrazione per i richiedenti asilo venezuelani è l’automatismo nel riconoscimento della protezione, ma il ministro Gunnarson è intenzionato a rimuoverlo.
In Islanda, nel 2020, risiedevano 229 venezuelani, un numero più che raddoppiato nel giro di due anni: lo scorso anno, erano 557. In totale, circa il 15% dei residenti in Islanda è di origine straniera, ma le comunità più rappresentate provengono dall’Unione Europea.
Una recente legge approvata dal parlamento islandese ha regolarizzato una serie di espulsioni avvenute in maniera illegale. Una di queste, nei confronti di un rifugiato iracheno costretto in sedia a rotelle, è stata annullata da una sentenza del tribunale al quale l’uomo si era rivolto.
Secondo le volontà di Gunnarson, i richiedenti asilo potranno ricevere 3000 euro se sceglieranno di ritornare al paese d’origine, ai quali se ne aggiungerebbero altri 2000 nel caso fossero coinvolti minori oppure se il rimpatrio avviene entro i termini di scadenza del medesimo.