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Islanda, rivoluzione auto


Fra le numerose soluzioni che i vari paesi cercano di adottare al fine di gestire l'impatto delle emissioni derivanti dalla circolazione di vetture, quella dell'Islanda va in una direzione inesplorata, anche a causa della necessità di contrastare l'aumento generalizzato dei prezzi.

La tv di stato islandese RUV ha riportato il confronto fra il Ministro delle Finanze, il conservatore Bjarni Benediktsson, e l'Associazione Nazionale Automobilisti. Da quest'ultima, sarebbe arrivata una proposta che sposterebbe il focus sull' utilizzo complessivo della vettura e non sulle singole componenti (proprietà, carburante e uso della strada).


In parole povere, gli automobilisti verrebbero tassati in base al numero di chilometri percorsi annualmente, al rilascio di CO2 e al peso della vettura, in cambio verrebbero azzerate le tasse sul carburante e sulla proprietà del veicolo.


Il Ministro si è detto favorevole alla proposta dell'associazione, sebbene questa possa rappresentare un ostacolo per chi è in possesso di una vettura elettrica: lo stesso Benediktsson ha confermato che la tassa si applicherebbe anche a chi utilizza auto elettriche e, per il momento, si ritrova a risparmiare sul costo della benzina.

Ad oggi, circa il 4% del parco macchine islandese è elettrico ed il 5.5% è ibrido plug-in, ma la statistica più interessante è quella delle nuove vetture immatricolate: le due categorie, assieme, raggiungono il 60%, ovvero la seconda percentuale più alta al mondo, alle spalle della Norvegia.

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