
In Islanda è grande lo shock per l’arresto di quattro giovani che, secondo l’accusa mossa dalla Polizia, stavano preparando un attentato nella capitale Reykjavik. L’obiettivo dell’attacco sarebbe stata la sede della Polizia stessa, oppure il Parlamento nazionale.
Non si hanno molti dettagli sulla vicenda, i media islandesi per il momento mantengono il riserbo sulle identità dei giovani, dei quali si conosce solamente l’età media (circa 20 anni) e le simpatie di estrema destra, ispirate a quelle di Anders Behring Breivik, l’attentatore norvegese che uccise 77 persone fra Oslo e l’isola di Utøya il 22 luglio 2011.
Fra le armi ritrovate durante le perquisizioni, alcune di queste erano state fabbricate mediante l’uso di stampanti 3D. L’Islanda è uno dei paesi al mondo con il più alto numero di armi da fuoco detenute, con circa una famiglia su quattro proprietaria di almeno un fucile (spesso usato per la caccia), ma è anche uno di quelli con il minor numero di omicidi in rapporto alla popolazione.
Sembra essere esclusa la pista di un’organizzazione radicata nel territorio, poichè l’isola è tradizionalmente estranea a questi fenomeni e, rispetto agli altri paesi del Nord Europa, è stata meno soggetta ai flussi migratori che hanno rinfocolato la propaganda alt-right. Ad oggi i movimenti della destra radicale sono composti da pochissime decine di persone e in passato non si sono mai verificate tendenze nazionaliste estreme.