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Inflazione, chi sta peggio?


Qualche settimana fa erano stati annunciati rialzi nei prezzi dei beni alimentari e di consumo in Norvegia. L’impatto dovrebbe essre rimasto piuttosto limitato rispetto alle attese, tuttavia l’inflazione continua ad essere notevolmente più alta rispetto agli anni precedenti al 2021.


Non accenna ad arrestarsi la corsa in Svezia: dal 3.7% del gennaio 2022 si è arrivati progressivamente al 12.3% attuale: durante l’ultimo anno, l’unica volta in cui l’inflazione è scesa è stata dello 0.2% lo scorso luglio. La Svezia era stato uno dei paesi ad aver vissuto uno dei maggiori cali del costo della vita durante l’inizio della pandemia, quando per la prima volta dal 2009 si era raggiunto un tasso negativo. A pesare sull’inflazione svedese sono i tassi di interesse e il costo delle utenze domestiche.


Pur più contenuta, l’inflazione in Finlandia ha seguito un percorso simile a quello svedese, con una crescita costante fino ad arrivare al 9% attuale. Storicamente, la Finlandia era riuscita a mantenere livelli molto ridotti e l’ultima volta in cui si era raggiunto il 2% era stata addirittura nel 2013.


In Islanda, l’inflazione sfiora continuamente il 10% dalla scorsa estate, con aumenti sostenuti nel costo dei prodotti alimentari, ovviamente dovuti alla necessità di importarli a distanze ancora più complesse dal punto di vista logistico. Si tratta comunque di un aumento inferiore rispetto a quello di cui l’isola era stata testimone dopo la crisi del 2008-2009, quando si raggiunse un picco del 17%.


La Danimarca era arrivata ad inizio 2021 con un’inflazione che si aggirava all’1% ed era in calo rispetto al periodo immediatamente precedente, ma nel quarto trimestre del 2022 aveva toccato il 10%. Al momento, complice anche la rapida fase di uscita della dipendenza energetica dalla Russia, l’inflazione è al 7.7%, in calo rispetto all’8.7% del trimestre precedente.


Complice la finestra dell’aumento dei prezzi stabilita dal governo, l’inflazione in Norvegia è arrivata al 7% dopo che, a fine 2022, era al 5.9%. Storicamente più movimentato, il tasso di inflazione durante la crisi è rimasto relativamente al di sotto della soglia raggiunta da altri paesi nordici, anche in virtù della disponibilità di risorse energetiche. Il picco del 7.5% di ottobre, tuttavia, potrebbe essere superato nei prossimi mesi.


Per fare un paragone, in Italia l’inflazione ha raggiunto quasi il 12% ad ottobre 2022, rimanendo però sotto tale soglia anche in virtù del supporto statale nel contenimento per i costi dell’energia e delle utenze domestiche. Era dalla prima metà degli anni ’80, complice la pratica della svalutazione della Lira, che il tasso di inflazione non era superiore al 10%.

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