
Mentre, a migliaia di chilometri di distanza, il conflitto in Ucraina non accenna a placarsi, in Norvegia fa discutere la richiesta di asilo di Andrej Medvedev, un ex combattente del gruppo russo Wagner che venerdì sera è entrato nel paese attraverso il confine settentrionale, consegnandosi alle autorità del paese.
Medvedev sarebbe stato a capo di un gruppo di soldati mercenari sotto le insegne del famigerato gruppo Wagner, l'organizzazione paramilitare gestita dall'oligarca Yevgeny Prigozhin, vicinissimo a Putin. Il gruppo Wagner avrebbe partecipato, oltre all'invasione e occupazione dell'Ucraina, anche ad operazioni in Siria e in Africa.
La difesa legale del giovane è affidata a Brynjulf Risnes, un avvocato noto anche per la sua conoscenza geopolitica della Russia e dell'area post-sovietica. Pur non avendo rilasciato dettagli in merito, Medvedev avrebbe dichiarato di essere in grado di testimoniare riguardo a crimini di guerra perpetrati dall'organizzazione paramilitare di cui ha fatto parte. Secondo il suo racconto, sarebbe entrato a far parte di Wagner pochi mesi dopo l'inizio dell'invasione e avrebbe preso parte al conflitto dopo essere stato convinto dalla propaganda filo-russa, cambiando successivamente la propria opinione in merito.
La sua fuga sarebbe avvenuta attraverso il fiume Pasvik, poco lontano dal punto in cui si incrociano i confini fra Russia, Norvegia e Finlandia, e sarebbe stato individuato dalle guardie di confine russe che avrebbero provato a fermarlo con colpi di arma da fuoco, ovviamente senza centrare il bersaglio.
Oltre all'interesse per la sua testimonianza, al momento presa con la giusta cautela dalle autorità, vi è anche il timore per la sua incolumità: da un lato, rischierebbe di diventare bersaglio di operazioni di spionaggio, dall'altro, nella sua condizione di richiedente asilo, potrebbe incorrere nelle reazioni dei numerosi ucraini giunti in Norvegia negli ultimi mesi.