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In 50mila protestano per mantenere lo Store Bededag


Per chi si trovava in centro a Copenhagen, la domenica ha riservato un inatteso caos, generato dalla manifestazione organizzata dai sindacati per protestare contro l'abolizione della festività dello Store Bededag, il Giorno della Grande Preghiera che si celebra solamente in Danimarca e nei suoi domini il quarto venerdì successivo alla Pasqua.


La decisione del governo di Mette Frederiksen di abolire la giornata festiva, compensandola con un aumento salariale, è stata ricevuta con forte criticismo da parte delle organizzazioni sindacali, che hanno manifestato il proprio disappunto di fronte al palazzo del governo di Christiansborg.


Secondo gli organizzatori, sono stati oltre 50.000 i partecipanti. Sul palco è salita anche la rapper Tessa, disco di platino e disco d'oro in soli quattro anni di attività. Tessa ha rimarcato le origini operaie della sua famiglia e la necessità di difendere il diritto alle ferie. Uno dei timori dei sindacati è che l'abolizione dello Store Bededag sia solamente l'inizio di una riforma del mercato del lavoro.


La scelta è ricaduta su una festività che non ha profonde radici religiose ed è celebrata solamente in Danimarca: si tratta di un cavallo di battaglia della Venstre, il partito liberale che partecipa all'esecutivo di larghe intese assieme ai socialdemocratici della Prima Ministra Frederiksen e i moderati dell'ex Premier Løkke Rasmussen.


Se il governo dovesse andare fino in fondo, il 5 maggio 2023 sarà l'ultima volta in cui lo Store Bededag sarà considerato un giorno festivo nella Danimarca continentale, mentre la legge rimarrebbe invariata in Groenlandia e nelle Færøe.

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