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Frederiksen presenta il governo danese


A un mese e mezzo dalle elezioni, Mette Frederiksen ha potuto presentare, ieri, il suo secondo governo. L'esecutivo emerso dalle trattative (le più lunghe della storia moderna danese) vede i due partiti storicamente rivali, Socialdemocratici e Venstre, alleati assieme al nuovo Partito Moderato dell'ex primo ministro Lars Løkke Rasmussen.


Sin da prima delle elezioni, la premier uscente aveva dichiarato di voler costruire un governo che andasse oltre i blocchi di sinistra e destra, ma, per farlo, aveva bisogno di un forte mandato popolare, che le è stato garantito con il miglior risultato dei Socialdemocratici da vent'anni a questa parte e il fatto che, in mancanza di accordo bipartisan, avrebbe potuto comunque ricostituire un governo con il sostegno della sinistra radicale come avvenuto nei tre anni precedenti.


Il nuovo governo sarà composto da 22 ministri, di cui dieci socialdemocratici, sette della Venstre e cinque moderati. Contando anche Mette Frederiksen, nel consiglio dei ministri vi saranno 14 uomini e 8 donne.


Jakob Elleman-Jensen, capo politico della Venstre e principale avversario di Frederiksen alle elezioni, sarà il vice-premier e Ministro della Difesa, mentre Løkke Rasmussen andrà agli Esteri. Tutti i ministri Socialdemocratici sono confermati rispetto al governo uscente (anche se in alcuni casi vengono spostati a un altro dicastero), mentre quasi tutti gli esponenti di Venstre e Moderati non hanno mai ricoperto incarichi ministeriali in precedenza.


Si tratta del primo governo che vede assieme Socialdemocratici e Venstre da 40 anni a questa parte e, per trovarne uno ancora precedente, bisogna andare ai governi di unità nazionale sorti durante la Seconda Guerra Mondiale. Non a caso, il periodo storico è talmente complesso da aver giustificato questa scelta, almeno secondo Mette Frederiksen.


Il governo avrà il sostegno esterno dei partiti "gemelli" nei territori d'oltremare, mentre i Radicali dovrebbero astenersi. Rimarranno all'opposizione i partiti dell'estrema sinistra, i Verdi, Alleanza Liberale, i Conservatori Popolari e l'estrema destra.

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