
Le strade di Svezia e Finlandia si stanno separando nel percorso che dovrebbe condurre entrambi i paesi all’interno dell’Alleanza Atlantica, decisione voluta dai governi nordici lo scorso anno in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.
Il 27 marzo il parlamento ungherese ratificherà l’adesione finlandese, rendendo così la Turchia l’unico paese rimanente fra i 30 membri attuali della Nato a dove procedere con il percorso di ratifica per Helsinki. Non sarà così per la Svezia, il cui processo rimane ulteriormente in sospeso.
Se, con la Turchia, la Svezia ha maturato incomprensioni legate allo status dei rifugiati curdi e degli oppositori politici di Erdogan nel paese, oltre all’ostilità di alcuni estremisti di destra nei confronti di Ankara, non vi sono elementi di particolare attrito con l’Ungheria governata dal 2010 dall’autocrate Viktor Orban. Alcuni osservatori ritengono che Orban stia ritardando l’accesso della Svezia per non alimentare tensioni con la Russia, con la quale il premier magiaro è ancora in buoni rapporti, unico fra i paesi membri dell’UE e dela Nato.
In Svezia, il Primo Ministro Ulf Kristersson ha chiesto chiarimenti a Orban, che lo avrebbe assicurato sulla volontà ungherese di non ostacolare la candidatura svedese, sebbene questo appaia già evidente. Al momento, secondo la testata ungherese HVG, vi sarebbe uno scontro interno a Fidesz, il partito nazionalconservatore guidato da Orban, per l’avvallo dell’ingresso svedese nella Nato, lasciando la patata bollente alla Turchia.
Il parlamento svedese, nel frattempo, ha approvato la richiesta di adesione a quasi un anno di distanza dall’autorizzazione dello stesso ad avviare i negoziati. Questa volta il parlamento si è espresso con un voto dei singoli esponenti (in precedenza si era andati avanti per acclamazione) e, al di là dei numerosi assenti in aula, gli unici ad essersi opposti sono stati i parlamentari dei Verdi e del Partito di Sinistra.
E’ possibile che, una volta esaurita la campagna elettorale turca in vista delle elezioni presidenziali di metà maggio, i toni sull’ingresso della Svezia possano diventare meno tesi anche ad Ankara.