
Con un certo anticipo sulla tabella di marcia, il premier finlandese incaricato, Petteri Orpo, dichiarerà oggi con quali partiti cercherà di costituire la maggioranza di governo, con l’obiettivo di giurare prima della metà di giugno. Secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe trattarsi di una coalizione di centro-destra.
Ad annunciarlo sono stati sia la tv di stato Yle, che il principale quotidiano nazionale, l’Helsingin Sanomat: Orpo, che negli scorsi giorni ha inviato una serie di domande sui principali temi della sua campagna elettorale ai partiti presenti in parlamento, ha ricevuto risposta da quasi tutti (unica eccezione, il Partito di Centro) e ha valutato le possibilità sulla base delle prospettive elencate dai potenziali partner. L’elemento di maggiore preoccupazione, in questo momento, sono i tagli di circa sei miliardi di Euro che il prossimo esecutivo dovrà avviare per tenere sotto controllo il debito pubblico, schizzato alle stelle durante gli anni della pandemia e della recente crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina.
Sin dalla sera delle elezioni, Orpo sembrava orientato a voler costituire un governo di centro-destra formato dai partiti che erano rimasti all’opposizione di Sanna Marin, ma non avrebbe avuto numeri solidi. Per raggiungerli, e non dover dipendere dall’umorale Harry Harkimo, unico parlamentare del Movimento Ora, ha provato a contattare il Partito di Centro e il Partito Popolare Svedese: il primo ha deciso di rimanere all’opposizione dopo otto anni al governo (quattro con il centro-destra e quattro con il centro-sinistra), mentre, per il secondo, l’ostacolo principale sembrava essere la presenza dei Veri Finlandesi, partito di destra populista particolarmente ostile allo status paritario della lingua svedese, di cui i Popolari sono da sempre portavoce nel paese.
Domani sapremo se le rivelazioni dei media saranno corrette: in ogni caso, inclusa l’ipotesi ormai remota di un governo di larghe intese con i socialdemocratici, inizieranno le trattative per il programma di governo, destinate a protrarsi fino all’inizio dell’estate. I Veri Finlandesi, che nel 2017 abbandonarono il governo di centro-destra dopo una scissione e la leadership radicale di Jussi Halla-Aho (ora sostituito da Riikka Purra), si distinguono da Coalizione Nazionale per lo scetticismo nei confronti dei tagli alla spesa pubblica e dai Popolari Svedesi per lo status della seconda lingua del paese e le posizioni sui diritti civili e sulla famiglia.