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Finlandia, due mesi e nessun governo


Il campanello d'allarme, per Petteri Orpo, non è ancora suonato, ma i tempi per la formazione del governo si stanno allungando e, su alcuni temi, non ci sono stati significativi passi in avanti. Il leader dei moderati del centro-destra è alle strette per trovare la maggioranza di governo.


Come la settimana scorsa, il nodo della questione è far trovare l'accordo ai Veri Finlandesi e al Partito Popolare della minoranza di lingua svedese: troppo grande l'abisso fra la destra populista e i centristi liberali, particolarmente attenti alla protezione dello status della seconda lingua nazionale, da sempre opposto dai primi. I problemi sembrano essere, tuttavia, più legati all'approccio nei confronti dell'immigrazione o sulle questioni di natura etica. Questa settimana, è stato escluso che il diritto all'aborto (piuttosto restrittivo in Finlandia rispetto al resto del Nord Europa) possa essere messo in discussione dal futuro governo in una direzione o nell'altra.


Sicuramente, a 61 giorni dal voto, inizia a sentirsi la fatica di una maratona che il premier incaricato auspicava poter concludere prima di Juhannus, ovvero la festa di mezza estate che quest'anno cadrà il 24 giugno. A quel punto, sarà ampiamente battuto il record di 66 giorni che impiegò Jyrki Katainen per formare un governo di larghe intese nel 2011.


A proposito di larghe intese, rimane quella l'unica alternativa per Orpo, dando ormai per scontata l'intenzione del Partito di Centro di chiamarsi fuori da qualsiasi maggioranza per i prossimi quattro anni. Con Sanna Marin in "timeout" dopo la sconfitta elettorale e il divorzio dal marito, i Socialdemocratici potrebbero essere della partita se riuscissero a sconfessare il premier incaricato sulla riduzione della spesa pubblica, con la prospettiva di evitare un governo del quale faccia parte la destra euroscettica.

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