
Con il voto di fiducia nelle due Camere, si completa il percorso della formazione del governo guidato da Giorgia Meloni. Il suo esecutivo sarà il primo in Italia con una leadership femminile ed il primo in cui la Presidenza del Consiglio spetta al partito più a destra nell’emiciclo.
Abbiamo ascoltato rapidamente i quattro parlamentari eletti nella Circoscrizione Europa riguardo alla formazione del governo e alle politiche dedicate agli Italiani all’estero.
Federica Onori, del Movimento 5 Stelle, è preoccupata dalla contraddizione fra l’avere una donna Premier a fronte di un governo e una maggioranza con una scarsa rappresentanza femminile: “Il 27% dei componenti di questo Governo sono donne, un grave arretramento rispetto ai governi dell’ultima legislatura e drammaticamente in linea con la composizione dell’attuale Parlamento. Nella maggioranza, le donne compongono Forza Italia per il 27%, Fratelli d’Italia al 30%, così come pure Lega 30% (tanto per avere un termine di paragone: nel Movimento 5 Stelle le donne rappresentano il 46% degli eletti). Potremmo poi ricordare che l’ultraconservatrice Eugenia Roccella, designata da Giorgia Meloni ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, ha dichiarato che secondo lei “l’aborto non è un diritto”. E, non paghi di questo allettante quadretto, potremmo anche raccontare di quel primo giorno di nuova legislatura (13 Ottobre 2022) in cui il senatore di Forza Italia Gasparri propone di modificare l’articolo 1 del Codice Civile, per cui l’acquisizione della capacità giuridica non dovrebbe più avvenire “dal momento della nascita”, ma addirittura “fin dal momento del concepimento”. In sintesi, se una donna decidesse di abortire, commetterebbe un omicidio. E’ vero, in Italia per la prima volta una donna ha giurato da Presidente del Consiglio. E spero tanto che questa immagine possa servire di ispirazione a tante bambine e giovani donne, perché non si pongano limiti per quello che vorranno fare da grandi. Ma al di là di questo auspicio, mi pare proprio che le donne oggi abbiano ben poco da festeggiare”.
Telegrafico il commento del leghista Simone Billi: “Sono soddisfatto e lavorerò per realizzare il mio programma elettorale”.
Toni Ricciardi (PD) attende il governo alla prova dei fatti: “Un conto è urlare dall’opposizione, però poi bisogna confrontare con il governo dei processi Staremo a vedere. Certamente, dell’assetto governativo, al di là dei titoli e della loro appropriatezza, mi preoccupa come il Ministro della Cultura sia stato interpretato come un Ministero della Propaganda, c’è la volontà di costruire un’egemonia politica. Non mi preoccupa l’assenza di un ministero dedicato agli Italiani all’Estero, già in campagna elettorale avevo detto che era necessario uscire da quella sorta di riserva indiana”.
Al Senato, Andrea Crisanti (PD) interpreta i nuovi titoli dati ai ministeri come la volontà di dare un taglio ideologico al governo. “Non è necessariamente un male che il governo abbia una denotazione politica, anche perchè è stato votato dai cittadini e noi in questo senso faremo un’opposizione coerente. Molti ministri avevano fatto parte dell’ultimo governo Berlusconi, quello che ci ha portato ad un passo dal default, sarà difficile fare di peggio. Si tratta comunque di un governo fortemente ideologizzato. Dal Ministero dell’Ambiente e dell’Energia sparito il concetto di Transizione Ecologica ed è il risultato di una impostazione che tralascia la vera emergenza dei prossimi anni e cioè il riscaldamento globale, tradisce anche le aspettative degli Italiani che, dall’ultimo rapporto Censis, risultavano preoccupati per l’ambiente e il riscaldamento. Poi c’è il Ministero della Famiglia e della Natalità, non ci si rende conto che la bassa natalità è conseguenza di drammatiche situazioni di sofferenza sociale, di diseguaglianza di genere e di una disoccupazione giovanile che in alcune aree del paese supera il 70%”.