
Federica Onori ha 34 anni ed è originaria dei Castelli Romani, area laghi vulcanici e vicino alla capitale. Vive e lavora a Bruxelles dove si occupa di analisti statistico-economiche presso le istituzioni Europee, è laureata in Scienze Statistiche e Decisionali all’Università La Sapienza di Roma, ha un Master in Matematica Applicataa Parigi e un Dottorato di Ricerca in Statistica ancora alla Sapienza. Oggi è candidata nella circoscrizione Estero rappresentando il Movimento 5 Stelle.
Qual è il motivo della sua candidatura?
Quello dell’impegno civico è un sentimento che porto con me da quando sono bambina. Mi ricordo che durante le scuole elementari scrissi una lettera al Sindaco della mia città in cui proponevo di installare dei rubinetti a tutte le fontanelle di acqua potabile per evitare di sprecare tanta acqua Quella lettera non so se fosse poi mai stata spedita, i miei genitori non ricordano, ma posso invece dire con certezza che in seguito ho dedicato molti anni della mia vita a studiare e a prepararmi. E che ora mi sento pronta per dare il mio contributo al Paese. Inoltre sono una persona che sa assumersi la responsabilità di parlare ed esporsi. Credo che il coraggio sia una qualità importante di chi vuole servire il proprio Paese, e questo mi permette di allacciarmi anche al motivo della mia candidatura con il M5S. Seguo con partecipazione le battaglie del Movimento ormai da diversi anni, e mi rivedo molto nel nuovo corso iniziato negli ultimi tempi ed avviato da Giuseppe Conte. Lo ritengo l’unico spazio politico in Italia dove poter portare avanti quelle battaglie coraggiose degne di una democrazia moderna. Oltre ad essere l’unica forza politica in grado di rendere l’Italia un Paese dove vengono riconosciuti più diritti, e non quel “Sistema sottrattivo di diritti” auspicato da tante altre forze politiche.
Ci sono state segnalazioni su possibili brogli all'estero, cosa propone per limitare il rischio?
Denunciamo ormai da tempo l’inappropriatezza del sistema di voto per corrispondenza. La procedura che prevede l’invio delle schede elettorali, oltre ad essere molto costoso, è anche poco sicura e come tale a rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Noi proponiamo da tempo che si faccia un pieno uso delle tecnologie, introducendo il voto via internet (detto anche i-vote). Proprio come avviene già in molti Paesi del mondo. L'i-vote è infatti già utilizzato, tra gli altri, in Estonia e Svizzera per elezioni governative e referendum, in Canada per elezioni municipali, negli Stati Uniti e in Francia per elezioni primarie di partito. Ho visto che quello della digitalizzazione è uno dei punti principale anche degli altri programmi elettorali. E questo mi fa piacere, vuol dire che c’è finalmente convergenza di vedute su un tema importante per milioni di italiani che vivono all’estero.
Gli Aire dovrebbero avere diritto all'accesso al SSN?
Ad oggi un cittadino italiano che si iscrive all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero perde ogni beneficio del Sistema Sanitario Nazionale. Questo vuol dire che, in caso si dovesse permanere in Italia un po’ più a lungo del previsto, e magari per ragioni inaspettate, si avrebbe accesso solo ai servizi di emergenza erogati dai pronto soccorso. Questo è proprio uno dei motivi principali per cui alcuni cittadini che vivono e lavorano all’estero decidono di non iscriversi all’AIRE, nonostante questo sia obbligatorio per chi vive fuori dall’Italia per più di 12 mesi continuativi, con conseguente sottostima del numero di cittadini italiani che vivono all’estero. Noi pensiamo invece che le cure mediche vadano garantite a tutti cittadini italiani. E per questo abbiamo proposto nel nostro programma l’introduzione di un contributo integrativo, da versare su basa volontaria, che permetta a tutti i cittadini italiani che ne facessero richiesta di beneficiare della copertura totale dei servizi erogati dal SSN.
Il M5S è molto radicato dove le sue misure bandiera (RdC, Decreto Dignità, Ambientalismo) sono maggiormente percepite, all'estero in passato ha fatto più fatica. Come invertire la tendenza?
E’ proprio cosi, il M5S si batte per il contrasto alla disuguaglianza sociale ed economica attuando politiche di redistribuzione per combattere la povertà; si batte per il diritto alla dignità lavorativa per tutti i lavoratori, perché’ si possa godere di un’occupazione quanto più possibile definitiva ; e si batte per il rispetto dell’ambiente, tanto da avere nel simbolo, unico partito in Italia, la data 2050, ovvero quella in cui l’Europa dovrebbe raggiungere l’obiettivo della completa decarbonizzazione. È anche vero però, che altri partiti sono riusciti, in decenni di permanenza all’estero, a radicarsi quando non realizzare dei veri e propri centri di potere. Per questo ancora maggiori sforzi dovranno essere diretti verso i cittadini italiani all’estero, in particolare verso coloro, e sono tanti, che hanno a cuore le nostre stesse battaglie per la sostenibilità, il progresso sociale e la dignità dei lavoratori.
Quali altre proposte le stanno a cuore e intende portare in parlamento?
Il programma del M5S per gli italiani all’estero si compone di punti concreti e realizzabili. Nasce infatti dalla consultazione della nostra rete di attivisti e iscritti in tutto il mondo, e quindi si basa sull’ ascolto delle reali esigenze e difficoltà che incontrano i nostri concittadini che vivono all’estero. E il miglioramento dei servizi consolari è sicuramente quello che viene avvertito come non più prorogabile. Le difficoltà sono per la maggior parte relative a lungaggini burocratiche, difficoltà nel produrre documenti e inefficienze. Per dirla in altri termini, urge ristabilire quanto prima un corretto e più sano rapporto tra i cittadini all’estero e le istituzioni, anche per frenare la disaffezione dei cittadini all’estero verso la vita politica e istituzionale del nostro Paese. Per questo nel nostro programma abbiamo inserito la digitalizzazione dei servizi consolari come una priorità. Serve un Sistema digitalizzato che permetta di semplificare e ridurre la burocrazia, così come un maggior controllo sulla spesa dei fondi pubblici e la possibilità per i cittadini di esprimere un parere motivato sui servizi ricevuti. Perché’ siamo convinti che non vi sia modo più efficiente per migliorare un servizio che quello di ascoltare chi di quel servizio usufruisce ripetutamente. E il voto online di cui abbiamo parlato prima rientra perfettamente in questa proposta di transizione digitale.