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Due anni e mezzo al chirurgo Macchiarini


Foto: Caisa Rasmussen/TT

L'Alta Corte di Svea ha condannato il medico italo-svizzero Paolo Macchiarini a due anni e mezzo di carcere, elevando la pena richiesta dal pubblico ministero con l'accusa di lesioni gravi nei confronti dei pazienti che si erano rivolti a lui.


Il chirurgo era stato assunto nel 2010 dal Karolinska Institutet di Stoccolma dove aveva messo a punto una tecnica per il trapianto di trachea a base di cellule staminali, in seguito alla quale sette pazienti su otto avevano perso la vita. Nel 2015 il caso è divenuto di portata internazionale e discusso sui media sia in Svezia che in Italia e questo ha portato anche i vertici del Karolinska Institutet alle dimissioni: è stato il caso di Urban Lendahl, segretario del comitato per il Premio Nobel per la medicina, che aveva contribuito alla selezione di Macchiarini per la struttura ospedaliera, e il vice cancelliere Anders Hamsten che aveva inizialmente scagionato il medico dalle accuse.


Nel 2014 sono anche emersi dettagli che mostravano come il medico avesse falsificato le risultanze delle sue ricerche sul trapianto di trachea sottoposte al Karolinska Institutet e questo ha portato all'interruzione del rapporto di lavoro con l'ospedale due anni più tardi. Nel 2019 il Tribunale di Firenze ha condannato in appello Macchiarini a un anno e quattro mesi di reclusione per falso e abuso d'ufficio.


Il processo in Svezia aveva portato ad una prima condanna per lesioni colpose da parte del tribunale di Solna: sia l'accusa che la difesa avevano ricorso in appello, dove al medico sono stati inflitti due anni e mezzo per lesioni gravi.

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