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Crisanti (PD), "impegno per garantire SSN agli Aire"


Il professor Andrea Crisanti è uno dei volti più conosciuti fra quelli proposti dai vari schieramenti politici nella contesa della Circoscrizione Europa. Le sue ricerche e gli incarichi svolti durante la pandemia lo hanno reso noto anche al pubblico meno attento alle vicende di natura sanitaria. Ha vissuto e lavorato per oltre trent’anni all’estero, prima a Basilea, poi ad Heidelberg e infine all’Imperial College di Londra.


La sua forse è la candidatura di maggior peso, a cosa è dovuta?

Mi sono sempre interessato alla politica, sono iscritto alla FGCI ai tempi di Berlinguer, da sette anni faccio parte del circolo londinese del Partito Democratico e quando questa ha proposto il mio nome, è stato fatto proprio dalla direzione.


Il suo impegno durante la pandemia l’ha resa nota attraverso i mass media. Una delle paure principali è che in futuro potrebbero arrivare altre pandemie di natura anche più violenta rispetto a questa. Cosa dovrà fare il prossimo governo per farvi fronte?

Secondo me è necessario rafforzare il sistema di sorveglianza e allerta attraverso il nostro sistema sanitario e raccordarsi con la comunità europea per garantire capacità di reazione ad episodi come quello che abbiamo appena subito. Sarà fondamentale investire in capacità, tecnologie e risorse umane.


In Italia chi era critico nei confronti delle misure restrittive si appellava al modello svedese, basato più sulla responsabilità civica. Che idea si è fatto?

I due territori non si possono comparare, la densità abitativa è profondamente diversa, la Svezia ha un territorio più grande dell’Italia rispetto ad una popolazione di 10 milioni di abitanti. Piuttosto bisognerebbe fare il paragone fra la Svezia e il resto della Scandinavia, infatti la Svezia ha pagato un prezzo molto più alto in termini di vite umane rispetto ai paesi vicini. E’ chiaro, il lockdown è stato una misura drastica e va applicato in circostanze eccezionali, ma ci ha permesso di guadagnare tempo in attesa che venissero sviluppati i vaccini, ha avuto un effetto importante per salvare vite. Lo dimostrano i modelli matematici che sostengono che in Italia, Germania o Spagna i decessi senza lockdown sarebbero stati più del doppio.


I cittadini iscritti all’Aire dovrebbero poter mantenere anche l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale?

Una considerazione e una proposta. La considerazione è che i candidati, cinque e dieci anni fa sollevavano le stesse problematiche, ma in questi anni non è stato fatto nulla, non c’è stato nessun impegno bipartisan e mi impegnerò in questa direzione. La proposta del PD va nella direzione giusta, deve essere consentito un periodo di copertura, deve esserci un punto di riferimento per i medici di famiglia, perchè senza di loro non si possono fare esami e non si può accedere ai servizi di diagnostica a meno che uno non vada al pronto soccorso. Certo, bisogna farlo e organizzarlo bene, conosco a fondo i meccanismi del SSN.


Quali altre proposte intende portare avanti?

Mi sta a cuore il potenziamento dei servizi consolari e la loro digitalizzazione, con il riordino degli organici dei consolati: il numero degli Italiani all’estero cambia e non possiamo andare avanti con organici stabiliti quarant’anni fa. C’è il problema dell’equipollenza dei titoli di studio, bloccano la mobilità di persone con elevate qualifiche all’interno della UE. In Italia poi c’è una lentezza in accettabile, sono stato testimone di titoli riconosciuti dopo svariati mesi. Bisognerà fare un discorso sul ricongiungimento delle pensioni dato che i paesi hanno sistemi diversi. Tassazione: ci sono pensioni doppiamente tassate e l’ingiustizia dell’Imu quando si ha una prima casa in Italia, è un cordone ombelicale con il paese di origine e non deve essere reciso. I Comites vanno potenziati, devono essere utili a relazionarsi con le autorità locali e identificare i problemi degli Aire. I finanziamenti ora sono irrisori, il comites di Glasgow ha 2000 Euro all’anno, Londra 50.000 a fronte di 200.000 abitanti, il tutto basato su attività volontaria. Deve esserci ovviamente una premialità, ovvero è necessario premiare quei Comites che svolgono attività coerenti con i loro obiettivi. Infine la cultura Italiana: ci sono Italiani di seconda o terza generazione che non parlano la lingua, manca una continuità culturale e la si può ricongiungere favorendo i contatti con l’Italia durante il periodo degli studi

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