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Come funziona il voto all'estero


A partire dal 2001, gli elettori italiani residenti all'estero (anche temporaneamente) possono votare per corrispondenza in occasione del rinnovo dei due rami del Parlamento, mentre prima tale opportunità era permessa solo a chi si recava al seggio del proprio comune Italiano di residenza originaria, impedendo di fatto tale esercizio a chi doveva coprire lunghe distanze.


Il voto nella circoscrizione estera si differenzia da quello in Italia per due fattori: la modalità di voto (per corrispondenza anzichè al seggio) e nella ripartizione dei seggi nei due rami del Parlamento.


Mentre in Italia ciascun voto viene computato per il proporzionale (con sbarramento al 3% e assegnazione su base circoscrizionale o regionale) e maggioritario (viene eletto il candidato con più voti), nella circoscrizione Estera vale solo la prima circostanza, con il vantaggio, però, di poter esprimere una preferenza verso il candidato della lista che si intende votare, elemento che, in Italia, è stato eliminato dalle Elezioni Politiche a partire dalla riforma Mattarella del 1993.


Diversa anche l'espressione numerica nelle istituzioni: i sei milioni di Italiani all'estero sono rappresentati da 8 deputati e 4 senatori, mentre lo stesso numero di residenti in Italia viene rappresentato da circa 40 deputati e 20 senatori, fermo restando che l'alta astensione all'estero tende a ridurre il gap.

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