
Dagli studios a Londra e Vancouver a un possibile posto in parlamento, questo è il percorso di Simone Ciliani esperto di effetti speciali per cinema e Tv, laureato in "Grafica e Progettazione Multimediale" alla Sapienza di Roma. Oggi è candidato per il Movimento 5 Stelle presso la circoscrizione Europa.
Come nasce questa candidatura?
Tutto è partito quando è nata mia figlia, in quel momento è scattato qualcosa in me. Mi sono reso conto che per garantire un futuro o anche un’esistenza migliore a chi ci sarà dopo di noi, è fondamentale affrontare i temi in agenda con lealtà ed onestà, con quella serietà che contraddistingue il Movimento 5 Stelle. Lo faccio dunque per mia figlia e per tutte le persone più fragili che hanno bisogno di cure e assistenza, per coloro che necessitano di migliorare le condizioni di vita e, ovviamente, per noi Italiani all’estero, bistrattati e considerati troppo spesso cittadini di Serie B. L'emigrazione deve essere una libera scelta, non bisogna sentirsi costretti ad espatriare per trovare dignità o una stabilità economica.
Cosa intende portare il parlamento se eletto?
Vivendo da Italiano a Londra ho un quadro ben chiaro delle problematiche. Diverse sono le idee che abbiamo sviluppato per supportare gli italiani fuori dal proprio paese. Come uno Sportello attivo 24/7 e presente sui social in grado di fornire risposte e consigli sui servizi consolari, oppure il sistema "I-Vote" per il voto elettronico online e contrastare il rischio dei brogli tagliando i costi dei plichi.
Per i lavoratori Aire vogliamo instaurare un modello di sistema pensionistico contributivo complementare che dia possibilità di investire in fondi finanziari, etici e garantiti dallo stato italiano. E' fondamentale garantire accesso alle cure mediche anche in Italia - grazie a un piccolo contributo spese (nell' ordine di un ticket) potremmo usufruire del servizio nazionale di cure mediche, ovvero mantenere il nostro status come se fossimo residenti in Italia. Infine stimolare il rientro del capiale umano dall'estero, promuovere lingua e cultura attraverso nuovi licei Italiani nel mondo, trasmissioni Rai in chiaro all'estero, rafforzare i servizi dei consolati nel rilascio dei documenti e ripensare i Comites e CGIE, capire se conviene tenerli, riformarli o eliminarli. Quest'anno si sono spesi 7 milioni solo per le elzioni dei Comites.
Come ha vissuto ciò che è accaduto al M5S ultimamente, dallo strappo di Di Maio alla caduta di Draghi?
Durante il governo Draghi il Movimento ha sofferto a causa delle cordate interne. Politici ai quali non interessava il bene del paese ma ragionavano per tornaconto personale. Queste persone hanno perso per strada i valori e i principi del movimento. Proprio Di Maio che siede come Ministro agli Esteri, avrebbe dovuto aiutare di più noi cittadini all’estero, ma era già impegnato a tessere quella rete di contatti con la quale ha poi ha creato il suo partito, rinnegando i valori con i quali è stato votato.
Non ci riconosciamo né in un’agenda Draghi, né in un metodo Draghi, che non riteniamo applicabile per il nostro futuro del dibattito democratico e politico
Vive nel Regno Unito post Brexit ed è attivo in un partito che in passato è stato critico con l'UE e oggi alcuni ex parlamentari 5S (Italexit) possono entrare in parlamento proprio con quell'obiettivo, ha qualche riflessione in merito?
Bisogna riformare l’Europa non uscirne. Questo il motivo che ha portato Luigi Paragone a lasciare il Movimento e a fondare un suo partito. Al momento Italexit è sotto la soglia di sbarramento del 3% e non penso possa crescere più di questo.
Un'Europa più coesa è anche più forte in ambito internazionale. Abbiamo bisogno di questo, soprattutto con la guerra in Ucraina. Dobbiamo lottare per rafforzare l’integrazione per un'Europa che sappia assumersi le sue responsabilità, come una Difesa comune europea e una politica esterna armonica e coordinata.
Per quanto riguarda gli inglesi, basta guardare che fine ha fatto Nigel Farage e il suo Brexit Party: ha ottenuto solo il 2%, non conquistando nemmeno una poltrona. Questo sta a significare il profondo pentimento da parte degli inglesi di quella che purtoppo oggi è realtà