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Chi è stato Börje Salming per gli Svedesi


Molti Italiani di Svezia si saranno svegliati questa mattina con la notizia, pressochè onnipresente sui principali media nazionali, legata alla morte di Börje Salming, campione di hockey su ghiaccio scomparso ieri sera a 71 anni.


Come molti sapranno, l’hockey su ghiaccio è una disciplina praticata e seguita dagli svedesi alla pari del calcio e Salming ne è stato a lungo uno dei principali interpreti. Per fare un parallelo con l’Italia, è l’equivalente locale di quello che è stato per noi Paolo Rossi: un campione che ha fatto sognare la generazione di quelli che oggi iniziano a diventare nonni; il ragazzino che parte dal suo angolo di mondo per conquistarlo con il talento.


Börje Salming è nato nella parte più settetrionale della Svezia, a Salmi, un villaggio appartenente al comune di Kiruna, figlio di un minatore sami morto quando lui era bambino. Ha esordito nella massima serie svedese di hockey nel 1970 e gli ci sono voluti solamente tre anni per essere notato dalla National Hockey League, la lega americana e canadese che, ancora oggi, rappresenta il livello massimo al quale può ambire un giocatore di questo sport.


Il Re (così era soprannominato), ha giocato sedici stagioni nei Toronto Maple Leafs e una nei Detroit Red Wings, venendo selezionato nell’All Star Game per sei volte. Nel 1986 ha ricevuto una breve squalifica perchè aveva ammesso di aver utilizzato cocaina alcuni anni prima. Lo stesso anno fu vittima di un grave incidente di gioco per il quale furono necessari oltre 200 punti di sutura sul suo volto. Con la nazionale svedese ha vinto la medaglia d’argento ai mondiali del 1973 e quella di bronzo un anno prima.


Nel 1996, dopo il ritiro, è stato introdotto nella Hockey Hall of Fame, diventando il primo svedese a farne parte.


La scorsa estate comunicò pubblicamente di essere affetto dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica, malattia che ha colpito anche diversi atleti italiani (si ricordano Gianluca Signorini e Stefano Borgonovo). Meno di un mese fa, si era recato in Canada a salutare i suoi tifosi di Toronto ed era visibile la sua difficoltà nei movimenti, mentre l’uso della parola lo aveva già perso da alcune settimane. Anche i principali media della città canadese riportano la notizia della sua morte, a riprova della sua fama mondiale e dell’affetto mostrato nei suoi confronti.

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