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Affitti nordici, dove conviene?


Il caro vita non ha risparmiato neppure il Nord Europa, specie nelle grandi città. Come nel resto del mondo, la popolazione si trasferisce progressivamente verso i principali centri urbani alla ricerca di opportunità di studio o offerte lavorative in grado di soddisfare le proprie ambizioni. E’ uno dei fattori che contribuiscono all’aumento del costo degli affitti.


Andiamoli a vedere, gli affitti. D’altronde, sono molti gli Italiani che, quotidianamente, chiedono informazioni nei vari gruppi social su come gestire il costo della vita in un paese estero. E, sebbene con stipendi più alti rispetto a quelli italiani, il costo della vita nel Nord Europa è sempre un elemento ingombrante.


Abbiamo preso in considerazione i dati forniti da Numbeo, che vanno quindi presi cum grano salis, considerato che si tratta di informazioni inserite manualmente dagli utenti e solo successivamente adeguate dai coefficienti del sito.


Mettiamo il caso di una persona che abbia voglia di stare comoda: le opzioni sono un monolocale in centro (così si risparmia sugli spostamenti), oppure un trilocale fuori dal centro (ideale se si ha famiglia). Fra le nove città più popolose del Nord Europa (più Reykjavik per rappresentare l’Islanda), Malmö è la città dove si spende meno in assoluto, la più cara è la vicina Copenhagen e non è un caso che molti frontalieri risiedano nel capoluogo della Scania per recarsi al lavoro attraversando il Ponte sull’Öresund in una mezz’oretta di treno.


Complichiamo però le cose: come si pagano gli affitti? Giustamente, con gli stipendi. I più alti sono, manco a dirlo, a Copenhagen, mentre i più bassi a Tampere (seguita da Malmö). Considerando un contratto full time a 160 ore lavorative nette mensili con i valori medi indicati da Numbeo, ecco le classifiche:


Per pagarsi un mese di affitto in un monolocale in centro ci vogliono:


Malmö: 46,6 ore lavorate

Aahrus: 49

Tampere 51,6

Bergen 53,7

Göteborg 58,2

Helsinki 58,8

Oslo 63,5

Reykjavik 71,4

Stoccolma 74

Copenhagen 75,1


Il discorso cambia leggermente se si ha famiglia o si vuole vivere con più spazio in un trilocale fuori dal centro:


Malmö: 56,6 ore lavorate

Tampere 61

Göteborg 61,1

Aahrus 65,4

Bergen 77,3

Helsinki 80,9

Oslo 82,6

Stoccolma 83,8

Reykjavik 86,7

Copehagen 87,4


Il rapporto dell’affitto fra monolocali in centro e trilocali fuori dal centro premia maggiormente la Svezia, dove i prezzi variano meno (dagli 1.04 di Göteborg all’1.21 di Malmö), la differenza maggiore si riscontra ad Aarhus, in Danimarca, con un rapporto di 1.33. Questo è dovuto al fatto che, in Svezia, vige spesso un regime di calmierazione degli affitti, che però ha causato una crisi abitativa nei principali centri. Famigerati sono i 10 o 15 anni necessari per poter avere la speranza di affittare tramite le graduatorie pubbliche a Stoccolma, motivo per cui in molti, anche appena trasferiti, preferiscono comprare casa. Di questo, parleremo in un prossimo articolo.


Manca un tassello: conviene trasferirsi nel Nord Europa, a queste cifre? Se abitate in una grossa città Italiana, sì.


Utilizzando lo stesso metodo con Roma, Milano (la città più ricca d’Italia) e Messina (il capoluogo di provincia con gli stipendi più bassi), emerge che per pagare un monolocale in centro ci vogliono 108 ore di lavoro a Roma e 111 a Milano, mentre per i trilocali in periferia si arriva addirittura a rispettivamente a 139 e 148. Va meglio per chi vive a Messina, è single e ha un impiego: i Peloritani devono lavorare solo 46 ore per l’affitto di un monolocale in centro (come a Malmö), ma un trilolocale in periferia pesa le stesse ore lavorative di Reykjavik e poco meno che a Copenhagen.

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